Raffaele Bendandi, un Iniziato “ad honorem”
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R.B.: Astronomia o Astrologia
Più che un articolo conclusivo, lo chiamerei un appuntamento immancabile, con lo stesso Raffaele B. Sì, perché giunto quasi alla fine di quell´intenso percorso, che ha portato il sottoscritto ad esplorare fin dove si può in pochi mesi certi meandri della sismologia, unitamente all´opera ed ai misteri messi in campo da quest´uomo; ed il Bendandi dal canto suo a sviscerarne le cause e la natura, rivelando al mondo più di una verità ancora sconosciuta… ecco far la sua comparsa immancabile l´argomento Astrologia.
Mi riferisco al capitolo nella PARTE TERZA del suo libro, alla sezione LE PRETESE INFLUENZE SOLARI, dal titolo:
“Un moderno equivalente dell´antica Astrologia”.
La prima cosa da notare è la presenza dell´attributo antica Astrologia, con una precisa ragion d´essere.
Il B. infatti, se da un lato ci offre questo spunto, dall´altro sembra scagliarsi con discreta enfasi contro le più recenti modalizzazioni della disciplina - che di disciplina ormai non conserva più nulla - per poi preconizzare un avvento, se non una rivalutazione dei suoi veri canoni; e se ne fa, come ho esclamato fin dal mio primo impatto con la sua opera, precursore, più o meno maturo e partecipe.
ma cosa è veramente l'Astrologia?
La prima cosa su cui interrogarsi, prima di addentrarsi in ulteriori considerazioni, è senza dubbio alla base di tutto: che cosa è veramente l'Astrologia?
Non ho la presuzione di rispondere, né sarebbe questo lo spazio adatto; ma porsi la domanda aiuterà a fare il punto sulla questione.
Quella che ho definito da tempo una via di conoscenza, è giunta a noi attraverso percorsi più o meno tortuosi, assimilando e subendo più di ogni altra materia, essendo forse la più anziana, gli influssi di svariate e diversissime ere culturali e sociali; fino a ritrovarsi oggi diffusa e praticata come non mai, eppure soffocata da almeno due nemici.
Da un lato quelli che non la conoscono, ma che praticando la scienza, la giudicano sulla base del tutto irregolare ed abusata di ciò che ne ha fatto la massa, più e meno responsabile di chi ne asseconda le voglie. Essi non ritengono quindi, né avrebbbero motivo di ritenere su simili basi, che quella serie di credenze non prive di superstizione e soprattutto di malcelati istinti ad ampio spettro che non sto ad enumerare, possa vantare reali contenuti e dunque che gli astri possano esercitare una reale influenza su questioni puramente umane.
Si sentono oltraggiati nella loro lucida razionalità, da dichiarazioni improvvisate e per lo più prive di fondatezza, tanto da rifiutare anche le dimostrazioni che qualche fondamento esiste (e non sono poche),
Dall´altro quelli - assai più nocivi ed agguerriti - che la conoscono abbastanza per sapere quanto l´applicarla possa penetrare ed alimentare i meandri della consapevolezza, accendendo una vera luce autocosciente sulle azioni, gli eventi, gli stati e gli stadi evolutivi di persone e masse, di corpi ed entità di ogni genere e dunque, dispositori della gestione occulta degli umani, vorrebbero sopprimerla con tutti i mezzi possibili, perché non tengono affatto a che questo processo abbia seguito. Non vi è maggior monopolio di quello edificato sull´ignoranza e l´incoscienza generale.
Il solo modo per indurre individui ad uccidere altri individui, o ad usare loro violennza per i propri interessi o per detenere il controllo delle loro anime, è quello di mantenerli lontani, se possibile separarli in modo radicale, dallo stato di naturale consapevolezza e di giusto rapporto con la vita.
È una riflessione che mi si ripropone ad es. ogni volta che sono costretto ad assistere inerme allo spargimento di scie chimiche in un cielo che sarebbe terso, da un capo all´altro dell´orizzonte; e mi interrogo su quei piloti …
Conoscere la logica delle manifestazioni astrali, pur nei limiti di ciascuno, ri-genera ed alimenta questo stato di grazia, in gran parte compromesso, al di là e al di sopra di ogni religione, filosofia o suggestione strumentalizzata, poiché attinge alle radici della realtà mentale e biologica dell´essere e glie le restituisce così come sono, con trasparenza proporzionale alla comprensione maturata e totale libertà di giudizio.
Riaccende ai nostri occhi la Luce del creato, giacché risuona quella musica delle Sfere che non contiene improvvisazioni, ma solo armonia.
Ma tutto questo, oggi, a chi può far comodo?
Le sfere dell´orologio cosmico segnano il tempo per tutti ed i nomi di deità loro attribuiti fin dalla notte dei tempi non servivano che a meglio identificarne la natura energetica, sintonizzando nozioni profonde alla nostra forma di pensiero.
Che i primi, per lo più ed entrambi i versanti inclusi, subiscano gli interessi dei secondi oppure assecondino il loro gioco, il risultato non muta: l'Astrologia è messa al bando prima dalla Chiesa, poi dal mondo Accademico, sottraendole l´anima con gli estremi della stessa superficialità inoculata ai consumatori, e relegandone la veridicità a consulti secreti, benché da parte di non pochi monarchi ed altri potenti memori del passato remoto (leggine la storia presso l´enciclopedia Treccani, non su wikipedia!); ma siamo giunti ad un giro di boa e quanto prima si potrà rivedere tutto in un´ottica diversa.
Per Bendandi la faccenda non si presentava molto differente, senonché… si trovò proiettato a piè pari nel cuore del suo vero senso dai suoi stessi assunti e le focose intuizioni, quanto basta per trovarsi a scrivere:
«Gli sconvolgimenti solari che abbiamo studiati, additandoci nelle attrazioni dei pianeti la loro causa precipua, ci portano ad esaminare sotto una luce nuova le idee dei nostri antenati, per i quali, le influenze cosmiche regolavano le umane vicende.
L’antica astrologia collegando tutti i fenomeni della Terra, nonchè le manifestazioni dei singoli a particolari posizioni astrali, non era quindi così destituita di ogni fondamento come si suppose. Oggi sappiamo che ogni pianeta esercita, per effetto della sua attrazione, una vera e propria influenza, la quale, sommandosi talvolta a quella di altri corpi celesti, si accentua e determina gli effetti più svariati che eravamo ben lungi dal sospettare.
Le congiunzioni planetarie tanto temute dagli antichi, rivestono dunque una importanza che non ci era dato di potere immaginare.»
UN PRINCIPIO FONDAMENTALE DELL' UNIVERSO
(pag. 253) | Osservatorio Bendandi - Faenza 1931
Non riuscirei a descrivere a chi mi legge l´effetto suscitato dall´imbattermi nell´espressione [qua] sottolineata, sul senso e l´origine della quale mi sono interrogato a lungo; che ho commentato da cinque mesi e che da tre almeno ha fatto il giro del web in italiano, rimbombando tra righe di testo e cervelli come un´eco in un labirinto di vallate.
Aggiungerò solo che non è una locuzione qualsiasi, ma pretende attenzione e riguardo, - come l´argomento, già da secoli in accesa discussione, di cui riferisce un esito -; superfluo ribadire che riguarda qualcosa che esiste, sul cui contenuto si dibatte e non a qualcosa che non ha mai fatto la sua comparsa.
Perché allora idearla? perché scegliere proprio quella dizione, in un contesto per il quale è inadeguata e di fatto ridondante?
La risposta sprizza di colpo da queste parole, scritte con tutt´altro intento e giunte al loro ottantesimo compleanno!
Non è espressione usuale ma è stata copiata senza ritegno, tanto il libro è fuori da tutti i cataloghi, inclusi quelli della maggior parte delle biblioteche.
Il Bendandi stesso, forse compiaciuto dell´effetto di questa frase, la ripeterà tra qualche paragrafo echeggiando se stesso ed evidentemente contagiando i suoi eredi al punto… da non saper resistere al farla propria. Quale miglior occasione, per sciorinare un´autorevolezza inesistente, ma pubblicizzata da tutti gli articoli fabbricati con copia/incolla (98%)?
In effetti è riuscita a far dimenticare più di una gaffe fin troppo esplicita, come:
"… sta cosa presa dal gruppo dell’osservatorio bendandi
Vito Maenza: posso chiedergli un favore? puo scriverci tutte le date scritte sui documenti di bendandi?? la ringrazio
Ieri alle ore 14.35
Paola Pescerelli Lagorio: no quello non è possibile perchè devono ancora essere interpretate completamente
e quell´altra ancor più mastodontica, persino dal G. Giuliani:
…tutti fanno riferimento al terremoto previsto a Roma l'11 Maggio, ma posso dirvi che già nella data c'è un errore. Chi ha tirato fuori questa previsione ha commesso uno sbaglio enorme sulla valutazione della data. Nessuno del team di Bendandi si era accorto che la data non è 11 Maggio, ma un'altra data che però non posso dire…
Eppure, tutti a vociare e chiedersi chi sia stato il fantomatico inventore di questa previsione, mai scritta sui documenti in mano alla pro-loco, promossa per l´occasione ad Osservatorio.
Mah!
Per di più, i documenti trasmessi dal B. non sono tutti conosciuti: distrutti in parte, sono stati affidati in vari plichi a mani estranee, ahimè ritenute affidabili, che potrebbero trattenerli tutt´ora per motivi che non è più il caso di discutere.
“le previsioni a lunga scadenza di terremoti o alluvioni straordinarie o maree eccezionali, si trovano ora, scritte di suo pugno, in numerosi plichi sigillati depositati dallo stesso Bendandi, a partire dagli Anni Quaranta, presso le accademie dei Lincei e Vaticana da non aprirsi fino a un certo tempo dopo la sua morte.”
pochi giorni dopo risulteranno scomparsi, poi si ridurrannno a due, per la cronaca infine se ne aprirà uno solo:
“Da qualche parte negli archivi della Accademia Nazionale dei Lincei e in quelli della Pontificia Accademia delle Scienze ci deve essere qualcosa di inquietante come il segreto di Fatima e al tempo stesso di misterioso … | sono le previsioni, delle tempeste cosmiche e dei terremoti depositate e sigillate nella primavera del 1931 da Raffaele Bendandi. 11 sismologo … si era sempre rifiutato di fornire indicazioni sul contenuto dei due plichi depositati a Roma e in Vaticano.
«Saranno aperti solo dopo la mia morte»… 11 comune di Faenza, nominato erede delle sue attrezzature scientifiche, si è messo alla ricerca delle «profezie» di Bendandi e si è trovato di fronte ad un «giallo». I destinatari dei plichi, … hanno detto di non saperne nulla… Il sindaco di Faenza non si è però accontentato … ed ha fatto compiere una sommaria ispezione fra le carte lasciate da Bendandi.
Sono cosi saltate fuori le ricevute di deposito delle «profezie»…”
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Quel che ne resta in mano agli eredi non è stato dunque decifrato, se non per accumulare comunicati continuamente contradditòri, ultima l´aggiunta ufficiale di una nuova data-previsione al 10 Giugno 2011 (link soprastante), che tradiscono le potenziali fonti della leggenda ormai metropolitana essere più d´una, o più semplicemente che le quinte di un apparato scenico sempre più disordinato, generato da una prima fuga di notizie, si alternano sull´onda del paradosso, per una regia che si dissimula, pur aleggiando con innegabile evidenza.
Quel che è certo, di sicuro, definitivo o affidabile non sappiamo niente.
In un momento in cui le profezie si sprecano da tutte le direzioni, almeno su questo si sarebbe auspicato un minimo di coerenza e invece spunta persino -ex-novo- un´altra ambigua data per il mese di Giugno! ma torniamo al nostro.
Dopo questa prima constatazione che scavalcava la storia, potenzialmente alimentando gli esterni conflitti con una sua posizione scientifica già di per sé controversa, egli non potè esimersi dal ricercare un punto fermo, criticando senza mezzi termini le espressioni di quella tradizione, effettivamente compromessa dal livello popolare a quello popolano.
«Non intendiamo con ciò affermare che tutte le influenze più strane e ridicole create dalla antica astrologia, avessero un fondo di verità; una volta data la stura alla fantasia, chi avrebbe potuto segnarne l’esatto limite? La frenesia astrologica germogliata in oriente si estese in tutto il mondo abitato e non valsero ad impedirne la diffusione, gli sforzi dei maggiori ingegni dell’antichità: Eudosso, Panelio, Scylace, Archelao, Cassandro di Grecia, Catone, Cicerone, ecc.
Il sorgere di una stella o di un pianeta, il suo aspetto (notare l´uso del termine! n.d.r.) riguardo agli altri corpi celesti, furono considerati intimamente collegati con gli umani destini; non sorprende perciò che le configurazioni più rare, fossero ritenute precorritrici di avvenimenti più straordinari: il preannuncio dei maggiori cataclismi della natura.
Ma questo non era il solo assurdo che questa superstiziosa credenza affermava. Ogni pianeta aveva un influsso decisivo nel corso della vita: Mercurio, ad esempio… influiva sui filosofi, gli astronomi, i geometri,… ecc. Marte determinava l’asprezza nei soggetti: ci dava quindi delle persone rozze, temerarie, violente, irascibili, rissose, sofistiche, colleriche, amanti delle armi e della guerra. Venere invece presiedeva al gentil sesso, ci offriva quindi le Regine (non quelle di bellezza allora ignote)… ,
»
e via a prodursi in una sequela di dettagli che, più che il rigetto, ne tradiva una certa familiarità, senza rendersi ben conto egli stesso che in fondo stava condensando gli stessi princìpi, benché vigenti in un´ ottica ed una prospettiva affatto diverse.:
Era la sua stessa grande ispirazione ad abbracciare e preconizzare la fusione di certi concetti in un tutto organico, anche se non era suo compito né proponimento; e lo dimostra con il passo successivo che, in certa sua concezione, scavalca persino i modelli cognitivi di oggidì.
Del resto solo quarant´anni dopo, le risultanze statistiche di Michel Gauquelin
(il «Dossier des influences Cosmiques» in diversi volumi, fu presentato ufficialmente al mondo nel 1973 dal prof. J. Allen Hynek, direttore dell’Istituto di Astronomia della Northwestern University, Illinois - USA). Nell'intento di dimostrare l'infondatezza dell'assunto astrologico, dopo anni di laboriose - nonché sofferte - verifiche finiva con il sostenerlo, dimostrando inequivocabilmente quali attività umane e per quali posizioni privilegiate dei Pianeti nell'impianto dell´oroscopo, raggiungono le punte di massimo livello, scavalcando ogni presupposto di casualità (1÷500). Ha contrariato astronomi ma anche astrologi, evidenziando la priorità del sistema delle Case terrestri rispetto a quello zodiacale, di poca rilevanza in tal senso, accumulando una frustrazione che lo ha condotto al suicidio; o almeno questa è la versione ufficiale.
avrebbero dovuto riportare un po' d´ordine almeno in questo; ma non basta:
«Tutte queste credenze grottesche e ridicole che, sostenute e accreditate, fecero tanto delirare i nostri antenati, erano - non occorre dirlo - destituite di qualsiasi fondamento. Infatti quanti bambini nati alla stessa ora dovrebbero presentare gli stessi caratteri, e seguire il medesimo destino?
Una papera doveva pur prenderla anche lui, dopo Pico Della Mirandola (e per fortuna non se la prende con lo Zodiaco tropicale e non siderale)! questa obiezione leggera ed incompetente, divenuta per ciò diffuso l[u]ogo comune, nasce da mera superficialità e da chi l´Astrologia l´apprende dalle rubriche settimanali, come del resto tante delle obiezioni portate da sismologi al lavoro di B. stesso; ma che volete, nessuno è perfetto, tutt´al più è sicuro del fatto suo.
Basterebbe notare che non vi sono bambini nati alla stessa ora e luogo e che un evento che si riconosca effetto di forze planetarie o gravitazionali - per tenere un esempio coerente - si concretizza in uno ed un solo momento, non un secondo prima né dopo; il che dovrebbe indurre a riflettere sull´unicità precipua (ad es. di due gemelli, che sono comunque entità distinte, ciascuna con un proprio bagaglio e karma, per chi ne è al corrente); tant´è che il riconfigurarsi di determinate condizioni portanti può farlo succedere di nuovo, sotto la stessa matrice ma con le debite varianti (cfr. terremoto di Rat Island). Ma soprattutto che l´Astrologia sta al carattere come le previsioni sulle dinamiche del tempo ai luoghi e ad altri fattori preesistenti.
In breve: se dovrà piovere, sarà per tutto, ma ogni cosa assorbirà l´acqua in modo diverso.
Essa enuncia influssi che ogni soggetto metabolizzerà secondo la sua struttura evolutiva - preesistente alla stessa nascita - ai quali comunque reagirà secondo una particolare angolazione, filtrando cause e dirigendo effetti nelle modalità più consone alla propria sfera e continuerà a farlo sempre, sommando precedenti ai conseguenti e diversificandosi in tal modo persino da un suo clone. A questo va aggiunto il libero arbitrio.
Sostenere o ipotizzare il contrario equivarrebbe a immaginare forzatamente due individui che si muoveranno nel medesimo spazio e tempo per tutta la vita, laddove la minima divergenza iniziale conseguirebbe la perenne differenza.
Forse in questo universo non esiste una sola cosa completamente identica ad un´altra, eppure tutto ubbidisce alle stesse leggi; mi sa che al Bendandi avrebbe fatto piacere sentirlo dire.
Ciò non toglie che si verifichino dominanti comuni, come tonalità cromatiche o musicali, che accomunano certe tendenze e collegano particolari comportamenti, come infatti è evidenziato dalla statistica. Forse che Marte in XII induce campioni sportivi tutti uguali tra loro? certo che no! eppure l´indice di tale tendenza ne attesta la primarietà, come per la combattività, oltre alla propensione per la medicina-chirurgia e quant´altro; e non lo si può negare. Che quest´ultima offra poi attinenze con il ferro o, come si dice, “i ferri” sarebbe a sua volta argomento sottile di discussione, ma non quella presente.
Né propongo un dibattito in tal direzione, ma 'una nota' anche questi signori della storia la meritavano. Ed ecco che segue un sunto interessante, da leggersi a doppio senso.
Dopo che la sbrigliata fantasia del Medio Evo aveva portato l’astrologia ai massimi fastigi tutto collegando alle influenze celesti, una violenta reazione succedette la quale, spazzando tutte quelle fantastiche credenze, ritenne potere escludere nel modo più assoluto, ogni influsso degli astri.
Gli effetti di questa riscossa furono cosl efficaci, che, pur di non ammettere una influenza al nostro satellite sulle maree, non si esitò a formulare le teorie più astruse e ridicole per tentare di spiegare questo fenomeno, allora cotanto enigmatico.
Ma fra il caos delle affermazioni più incredibili, fra le molteplici supposte influenze da tutti allora sostenute, un fondo di... verità vi si celava.
E non poteva essere diversamente.
Infatti come avrebbe potuto originarsi, accreditarsi, sostenersi, ed affermarsi per secoli, che diciamo, per millenni una simile credenza senza il benchè minimo fondo di vero? Tutto ciò che la tradizione e la leggenda ci hanno tramandato non poteva essere totalmente privo di un, sia pur limitatissimo, (anzi infinitesimale) grado di verità.
L’antico adagio «Vox populi vox Dei» insegni!
L’astrologia, quindi, con tutto il suo faragginoso bagaglio di assurdità le più cervellotiche, poggiava sopra un fondo di vero. Le conquiste della scienza moderna schiudendo all’uomo nuovi orizzonti in tutte le branche dell’umano sapere, ci mostrano l’Universo sotto un aspetto tutto nuovo che nessuno avrebbe mai potuto pensare. La somma delle svariate vibrazioni che la miriade di astri disseminati sulla volta celeste ci invia, non può non determinare sul nostro pianeta le più importanti influenze.»
Sembra quasi un esasperare intenzionale, per mettere al riparo da critiche il peso delle asserzioni a seguire.
Tutto sommato sarebbe più realistico distinguere l´Astrologia dalla sua controparte della strada, a sua volta infettata dalla superstizione; ma decantare le veridicità della prima dopo secoli di contaminazione non sarà così semplice, proprio perché la visione stessa dei sapienti ne risulta adombrata. Ma oramai è lanciato, forse travolto dalla sua stessa ispirazione e non si arresta senza aver chiuso il cerchio:
«Non solo: astri e atomi, gocce e molecole, costituiscono un complesso armonico assoluto, cosi che il più mostruoso paradosso diventa assoluta realtà: l’Universo intero muta per lo spostarsi di un atomo !
Non c’è moto nostro che non comunichi la sua vibrazione all’infinito, non c’e per conseguenza vibrazione più lontana per cui non debba giungerci l’effetto.
Conclusione mirabile che sbalordisce, ma che non possiamo assolutamente impugnare. Eppure chi lo direbbe? Essa non è sostanzialmente diversa da quella che Luciano Samosata, uno dei più ferventi sostenitori dell’astrologia, ci lasciò scritto, nel suo trattato sulla influenza degli astri, fin da duemila anni or sono.»
Il suo pensiero e rigore deduttivo lo hanno proiettato addirittura al di là dell´orizzonte razionale, offrendo alla sua intuizione scenari che non è ancora in grado di controllare; ma non si arresta, fiducioso nell´istinto che lo anima. Ha gettato un ponte concettuale, destinato a congiungere due sponde tra le quali si diraderà la nebbia solo un secolo più tardi.
Riporta un brano eloquente del Saggio che cita, per poi concludere:
«Come non rimanere colpiti dalla geniale intuizione dell’antico sapiente? …
Dobbiamo convenire che ogni qual volta andiamo a riesumare nel passato, la nostra presunzione ne rimane un pochino umiliata. Perchè il ricercatore moderno spesso quando ha studiato qualche pietra, qualche pianta od animale; ha sperimentato qualche forza o sostanza od ha osservato qualche stella o qualche remoto pianeta, ritiene di aver dato fondo all’universo intiero e tratta dall’alto al basso i lontani predecessori;….
Comunque il processo col quale l’astrologia fu dall’astronomia condannata è in piena revisione! Chi può prevedere quale risulterà in futuro l’azione delle radiazioni luminose ed oscure, provenienti dalle lontane regioni cosmiche, sopra la nascita, la crescita, sugli sviluppi fisiologici o patologici?
…
La scienza oggi ci prova che l’universo è tutto collegato da rapporti di reciproca influenza. Fra le forze che mantengono questa recondita e mirabile rete d’influenza tra gli astri disseminati nello spazio insondabile, l’attrazione occupa il primo posto.…
Questa forza, che nel baratro senza fine, nel quale la nostra mente si perde - che chiamiamo infinito senza comprendeme il formidabile significato, - tutto incatena mantenendo una armonia miracolosa di orbite viventi, non è la sola. I misteriosi effluvii elettromagnetici, i raggi X, senza contare quell’oceano di onde invisibili che dalle remote nebulose ci provengono.
Ecco sorgere un moderno equivalente scientifico della empirica, antica astrologia, capace in un avvenire non lontano di rivelarci altri meravigliosi misteri dell’universo.
Viviamo infatti in mezzo ad un mondo inesplorato, nel quale le forze psichiche non sono state ancora sufficientemente studiate. Queste forze sono di un ordine tutto diverso da quelle comunemente analizzate. Tutto ci prova che la spiegazione meccanica della natura è del tutto inadeguata.
…
Le creazioni più audaci dell’immaginazione non sapranno mai darci una chiara visione di ciò che la scienza ci farà intravvedere sui grandi misteri dell'universo.
Nulla è più emozionante di questa attesa per le scoperte del domani e mai come oggi può dirsi che lo scetticismo sia la maschera dietro la quale si dissimula l’orgoglio dell’ignorante.»
Pur trattandosi di frasi invecchiate dai decenni e da non poche scoperte, mi risparmia un sacco di tempo; molte di queste cose avrei dovuto scriverle di mio pugno.
Chi desidera leggere il testo integrale, trova le pagg. citate rielaborate in PDF, rispettandone il layout fin dove possibile.
“la spiegazione meccanica della natura è del tutto inadeguata” potrebbe includere parte della sua stessa teoria, sebbene egli stesso prenda le distanze con questa esposizione ispirata, proiettando il pensiero fuori dai canoni dell´elettromagnetismo imperante.
Lo stesso principio gravitazionale alla base di tutti i suoi assunti: la granitica legge: “La Materia attrae la materia in ragione diretta della massa ed in ragione inversa del quadrato della distanza”
pare assumere una valenza diversa da quello corrente e ne dà prova -pur indiretta- inoltrando la sua ricerca verso i corpi orbitanti più lontani, la cui massa e distanza sono irrilevanti ai fini del calcolo delle forze che dovrebbero condizionare la massa solare; finanche sommate tra di loro.
Ridefinirà infatti “la forza d´attrazione,” come “quel misterioso legame che incatena tutte le cose create, questo irresistibile vincolo d´amore che abbraccia e pervade tutto l´Universo” chiamandola “la sola alimentatrice e regolatrice del mondo delle radiazioni.”.
L´esclusivismo di cui è stato fatto oggetto ha avuto senza dubbio l´effetto di precludere il sano sviluppo e confronto delle sue teorie più avanzate, provocando un ripiegarsi su se stesso del più acceso spirito di esplorazione, lanciato ormai a briglia sciolta alla volta dell´immenso; ma lungi dal frenarlo, lo ha incitato maggiormente.
Le sue scoperte sono state rapide e travolgenti fin dall´inizio, sia per enfasi che per una sorta di indótto igneo, che forse gli trasmetteva la massa solare che alimentava i suoi aneliti… e non si sarebbe mai fermato.
Così travolgenti da non accorgersi, almeno in un´occasione eclatante, di implicazioni dei suoi stessi rilevamenti:
mi riferisco a quella sua “prova del fuoco”, dopo la raggiante esclamazione «Eureka» da cui preferisce trarre il lettore verso l´arcana melodia e le voci dei grandi classici, forse per compensare l´apparente vacuità di “quella serie di numeri, che senza alcun ordine sembrano distribuiti… quelle cifre che alternativamente vanno aumentando e decrescendo e raggiunto il loro valore medio continuano la scalata inversa e progressiva, non rappresentano la prova matematica, che in tal caso alcuni sofisti vorrebbero ancora discutere…”
Che gli sia sfuggito che rivelano una costante di coppia di 92,52, sufficente ad inquadrare il senso di tutta la serie? la troviamo infatti nella colonna ds. quale somma di:
14,40 + 78,12 = 92,52
28,80 + 63,72 = 92,52
43,20 + 49,32 = 92,52 |
57,60 + 34,92 = 92,52
72,00 + 20,52 = 92,52 … (una mera curiosità :) |
e così via, fino a concludersi il 1° ciclo, che deborda con la cifra 98,64, aggiunta detta costante alla penultima di 6,12, mentre al 2* ciclo viene sottratta dalla penultima di 94,68, con differenza di 2,16; scatti che indicizzano problematiche da affrontare nel prosieguo.
Bendandi ha osato: con l´ipotesi di altri pianeti estremamente più lontani di quelli già noti fino a Nettuno, presupponendo un influsso [gravitativo] che gli sarebbe difficile sostenere anche se fossero stati scoperti, con i parametri da lui attribuiti.
Forse con questo intendeva completare o integrare la formula di un equilibrio, che ancora gli sfugge nella realtà della sua manifestazione energetica, ma che ha intuìto e che sostiene fino in fondo, sulla base di una certezza interiore che trascende i suoi sforzi e gli stessi mezzi a disposizione, sia di lui stesso che della scienza.
I fatti, credo fermamente, dimostreranno che le grandi e più significative influenze planetarie sono quelle che provengono da lontano, figlie di moti orbitali che abbracciano intere epoche nell´evoluzione, laddove le più prossime al centro del sistema solare agiscono come le sfere più rapide, diciamo immediate, del segnatempo cosmico, indicizzando al presente i dettagli del divenire.
Come pure che non vi era bisogno di altri quattro grandi pianeti, poiché sufficenti segreti si celano nelle reali corrispondenze di quelli già conosciuti.
Come queste influenze possano propagarsi ed esprimersi in ogni minimo angolo dell´esistente, sarà compito prossimo della scienza comprendere e dimostrare; oserei dire che il principio gravitatzionale si esprime su più livelli contemporaneamente, l´ultimo dei quali è quello più denso e vicino alla materia a noi nota, ma non è il solo né il principale agente; tutt´altro!
Personalmente sono orientato a credere che le espressioni gravitative non siano ovviamente estranee alla sincronicità di fenomeni undecennali, mareali e derivati intravisti da R. B., ma che a loro volta vadano inquadrate quali vettori portanti, ossia veicoli, non cause prime; ove poi, per quanto ci consta, l'ultimo anello della catena raggiunge gli eventi sismici.
In altre parole, ingranaggi di un meccanismo energetico che ne è a monte, i pianeti di un sistema si comportano come sfere di un orologio con altrettante lancette, segnando ed indicando -più che provocando- tempi e cicli dipendenti da un certo pulsare occulto dell'energia (che li muove), il quale esiste e sussiste sia in presenza che in assenza di corpi orbitanti intorno ad una stella.
Considero quindi valevoli a pieno titolo i legami che il B. ha delineato, non senza ripercorrere conoscenze ancestrali che -con mezzi a noi ignoti- avevano già battuto le stesse rotte.
Perciò ben vengano le sue riflessioni ancor oggi, poiché connettono a verità intrinseche di una realtà ancora estranea al pensiero ufficiale.
Sul terreno (è il caso di dire) a cui ha potuto applicarle ha ottenuto risultati strepitosi rispetto al piattume ancor oggi vigente; dunque non era lontano dal vero.
Non occorre essere titolati per rendersi conto dei suoi successi oggettivi, mentre va preso atto che un titolo non di rado può autorizzare le più deprecabili prese di posizione.
Nondimeno, ritengo che abbia operato in una visuale ancora ristretta rispetto alla realtà, che gli ha concesso solo i primi successi, ma non l´opera omnia.
I diagrammi astrologici dimostrano infatti che agiscono influenze di tutt´altro tipo che non quelle concepite oggi come gravitative; sono rìlegate a relazioni angolari tra le posizioni orbitali e dunque alla ciclicità, come egli stesso sosteneva, ma in un ventaglio assai più ricco e significativo di combinazioni oltre al puro allineamento, dipendendo da accordi o disaccordi ciclici o di fase e comunque, come ho già sottolineato, orientati alla Terra, che riceve dal Sole in primis, ma non soltanto, essendo ogni corpo il baricentro della propria realtà spaziale, nei confronti della quale tutto si muove.
Non potrei sostenere che le influenze planetarie non passino dal Sole per esserne riflesse - non ho il tempo di approfondire il tema, che mi pare già percorso dai grandi Marconi ed Ighina - ma, comunque sia, esse raggiungono la Terra per come si dispongono, cioè con le interazioni armoniche e logiche dell´assetto geometrico dei cicli orbitali rispetto all´eclittica, Nodi inclusi.
Che piaccia o meno, questa è Astrologia e i suoi diagrammi lo attestano ripetutamente ed imprescindibilmente. Si tratta solo di volerlo accettare, di poi comprendere e, naturalmente, riadattarne la visione ad una formulazione più consona.
Forse le scosse di terremoto, pur con le diverse sfumature che nel creato non mancano mai, saranno più facili da inquadrare che non i caratteri e le vicende umane.
Che piaccia o meno - e qua mi rivolgo a me stesso - occorre mantenersi fuori dai canoni, per poter accedere ad una visuale che non risenta del pensiero condizionato dall´ambiente, sia esso scientifico ma vuoi anche tradizionale, onde poter attingere a rinnovata sorgente.
Diversamente non si renderebbe fattibile e dunque è un prezzo che va pagato.
È stato esattamente il sacrificio, nonché la vocazione di Raffaele Bendandi;
grazie.
Un grazie anche al pregevole lavoro di Cristiano Fidani, che nel ricostruire e rendere accessibile lo scritto inedito di Bendandi: «Le Stelle, soli dell´infinito» ha sapientemente rivalutato in sede universitaria l´opera di questo grande e la sua essenza.
il commiato
Non vogliamo però alimentare un nuovo mito; ve ne sono fin troppi e, prima o poi, crollano.
La nostra cultura oscilla costantemente tra questo bisogno e quello di tagliare la testa al prossimo per garantirsi la maggiore altezza (dalla quale inneggiare agli idoli che si è fabbricata). Lungi dall´allargare il panorama, ciò indica solo un eccessivo senso di “importanza personale”, come la chiamava quel meraviglioso personaggio di Don Juan Matus, a cui aggiungo: sia essa propria o riflessa, individuale ma pure accademica.
È il momento del commiato e, come nella scienza, “momento” implica valorizzazione e bilanciamento di forze concorrenti: e così parallelamente, di scoprire che anche Bendandi non era 'perfetto'.
Il suo limite? forse la troppa enfasi, quel bisogno incontenibile di esaltare la Natura come se questa o il Creatore ne avessero bisogno; conseguentemente anche le sue scoperte, il che esclude peraltro ogni parvenza dell´ineludibile caducità.
Mescolare scienza e poesia può dare origine ad un canto bellissimo, ma solo se l´intensa eccitazione emotiva che ne è alla base, o che l´accompagna, non degrada nella tendenza ad attribuire al cervello umano eccessiva supremazia, proprio come se fosse il perno unico dell´Universo, facendo persino della declamata umiltà un´arma contro la modestia; foss´anche per troppa carica, come traspare qua e là nel caso del Nostro.
Tutto canta in natura; basta unirsi al coro; ma guai farne in alcun modo una cosa propria; i troppi aggettivi non esaltano che se stessi.
Un errore che gli si rivolterà contro ( ma lo troverà impreparato a ridimensionarsi, preso com´era dall´affermare quel suo andare avanti ); poiché chiunque affermi tanto se stesso, anche in bene, finisce con il provocare l´altrui impreparazione e ritorsioni e giudizi spietati,
con due deprecabili conseguenze:
- da una parte il non aver potuto trasmettere alla Comunità umana le proprie conquiste, fosse anche a causa di eccessivo disgusto;
- dall´altra il non averle potute recepire, stante un rigetto pretestuoso e superficiale, nonostante avessero dato prove di importanza vitale per la popolazione e dunque per la scienza.
Eppure la storia insegna…
In the 1858 a Christian named Antonio Snider proposed that the continents had all once fit together. His idea was ignored.
In the 20th century, this idea was again proposed by an engineer named Alfred Wegener.
During his lifetime his was mocked, ridiculed, and then ignored. It was only after his death that plate tectonics, and the concept of an original single landmass were accepted.
Wegener then became a hero, but he was dead.
The knowledge of a single land mass which later divided is presented in the Bible.
Just like much other scientific information, the Bible presented it thousands of years before science 'discovered' it.
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| La domanda se «si possono prevedere i terremoti» non ha più luogo a procedere,
per la semplice ragione che ne sono già stati previsti in diverse occasioni e senza
neppure bisogno del sostegno della “comunità scientifica”.
La personalità di un grande e l´analisi in chiave astrologica di due previsioni, che gli vengono attribuite da mezzo mondo, ma che l´altra metà smentisce anzitempo.
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