Raf­fa­ele Ben­dandi, un Ini­ziato “ad hono­rem”

il primo “incon­tro”

È una serata di fine 1980, forse Otto­bre, ma non potrei dirlo con cer­tezza. Mi ero da poco più di un anno tra­sfe­rito all´i­sola d´Elba. con il bene­pla­cito di Vigi­lanti nello spazio orbi­tale, e la mia fre­quenza presso il Gruppo 5, del quale ero parte inte­grante, si era neces­sa­ria­mente dira­data; il nostro com­pito era stato con­cluso, ma era sempre di grande inte­resse par­te­ci­pare ad incon­tri del tutto spe­ciali e di inso­lita levatura.
Nel corso di anni ci ave­vano intrat­te­nuto Entità di ogni tipo e livello, e con livello in­ten­do anche piani del boz­zolo che noi chia­miamo Uni­verso, più ele­vati di quanto si possa imma­gi­nare di poter raggiungere.
Veni­vano a por­tare inse­gna­menti, o anche solo per comu­ni­carci la loro pre­senza ed il loro stato d´es­sere, con una pre­senza già di per sé suf­fi­cente a far sen­tire meglio tutti quanti. Entità non ter­re­stri ma che gra­vi­tavano nei paraggi del nostra pia­neta a fini di con­trollo e sal­va­guar­dia, dunque a loro volta incar­nate o se pre­fe­ri­sci vi­ven­ti, ci rag­giun­ge­vano in bilo­ca­zione col­lo­can­dosi sullo Stru­mento (il medium, come viene detto nor­mal­mente) per comu­ni­care con una certa rego­la­rità infor­ma­zioni sullo status pla­ne­ta­rio e certi suoi svi­luppi; in più di una occa­sione fummo posti al cor­rente di ter­re­moti, che si sareb­bero veri­fi­cati di lì a poco tempo e delle zone inte­res­sate; avevo almeno un amico gior­na­li­sta a Bolo­gna, dove vivevo, che potrebbe testi­mo­niare di essere stato avver­tito la sera prima, par­lan­done occasionalmente, benché io non fossi al cor­rente delle date esatte.
Un incon­tro media­nico durante il sonno mi avvertì all´Elba di un ter­re­moto immi­nente tra Lucca e Reggio Emilia, per il quale li vedevo piut­to­sto indaf­fa­rati (ram­mento che poi nes­suno si fece male in tutta l´area); un´e­spe­rienza che lì per lì mi imba­razzò non poco ed anche in quel fran­gente ebbi dei testi­moni.
Ma non è per questo che ne parlo; non sarebbe ser­vito a niente dichia­rarlo per tempo; avreb­be solo creato pro­blemi a non finire. L´ar­go­mento scotta al punto che nes­suno ose­rebbe divul­gare simili noti­zie anzi­tempo, con il rischio di farne le spese in prima per­­sona, se poi qual­cosa non accade e, a quan­to pare, per­si­no se accade.
C'è di che gio­carsi la repu­ta­zione, la car­riera e se non basta di venire incri­mi­nati per aver lan­cia­to un al­larme.

Lo Stru­mento - che ha lasciato già da tempo la dimora ter­re­stre - dispo­neva di tali facoltà da sedersi, nean­che tanto comodo, su una sedia in mezzo agli astanti, cia­scuno sulla sua di fronte a lui o a lato; in genere ci pre­an­nun­ciava egli stesso l´En­tità dispo­sta a farci visita e pochi istanti dopo era questa a par­lare con noi per bocca sua, pronta a rispon­dere alle nostre domande come in un salotto estre­ma­mente com­po­sto; mi limito a ren­dere l´idea. Tra noi c'era anche chi era in grado di vederle e ne cono­sceva qual­cuna da anni, sin da prima del mio ingresso in questa espe­rienza e della for­ma­zione di un gruppo di lavoro a scopo evo­lu­tivo di portata planetaria.
Questa pre­messa basterà per giungere a quella sera, in cui ci fu introdotta una Personalità libe­rata dal piano ter­re­stre da poco tempo, che pareva sen­tisse un intenso biso­gno di pre­sen­tarsi e di par­larci.
Si chia­mava Raf­fa­ele Ben­dandi, noto riceratore e sismo­logo, ma del quale pochi di noi sape­vano ed io non ero tra quelli. La parola infatti fu per lo più la sua e mi dispiace dav­vero non ram­men­tare in modo pre­ciso le sue frasi - mentre ho ricordi per­fet­ta­mente regi­strati di altre sedute - vuoi per la sor­presa dell´ar­go­mento ter­re­moti, che ero ormai abi­tuato a con­si­de­rare da tutt´al­tra ango­la­zione, vuoi per il fatto che, più che argo­menti tec­nici, che non pote­vano essere oggetto di nostra par­te­ci­pa­zione diretta, emerse il suo rim­pianto per non essere stato accet­tato, rispet­tato ed aggiungo ono­rato, scien­ti­fi­camente par­lando, nono­stante il tenore e l´im­por­tanza vitale delle sue cla­mo­rose sco­perte, elar­gite con una di­spo­ni­biltà di fondo pari almeno al genio che le aveva rea­liz­zate.
Qual­che suo com­mento dolente, sulla fal­sità e l´i­po­cri­sia di certi ambienti echeg­gia ancora nella mia mente, ma non espri­meva ran­core; piut­to­sto, pro­fonda, ac­co­ra­ta e per­si­stente de­lu­sione, di un´in­ten­sità che con­den­sava tutta la sua vita di ricer­che e sco­perte illu­mi­nanti, cal­pe­state dall´al­trui inet­ti­tu­dine, a danno dell´in­tera uma­nità.
Per il suo carat­tere pra­tico e rea­liz­za­tore, era ancora incon­ce­pi­bile che si potes­sero scher­nire ed osteg­giare tali sco­perte, in grado di sal­vare molte vite umane dalle insi­die della natura; e non aveva ceduto fino all´ul­timo.

La cer­tezza di porre una pietra miliare sulla via dell’Umana Cono­scenza - a gloria d’Italia, a bene­fi­cio dell’uma­nità - fu quel raggio di luce divina che, fugando ogni tene­bra di scon­forto sempre mi ria­nimò e sor­resse nel lungo e fati­coso cam­mino della ricerca , nel quale solo inco­rag­gia­mento mi fu l’avver­sità di uomini e cose.

Ha messo a segno ripe­tute pre­vi­sioni, una dopo l´al­tra, con una pre­ci­sione sba­lor­di­tiva e senza pre­ce­denti nella storia, dan­dosi per­sino la pena di regi­strarne per tempo presso un notaio, per non vederne poi con­te­stata la vali­dità; che altro doveva fare per affer­marle? fab­bri­carli i ter­re­moti? Quel suo patriot­tico ri-sen­ti­mento, a dirla come era, benché tra­smu­tato dal suo nuovo stato d´es­sere, non era sce­mato com­ple­ta­mente; tutt´al­tro! era ancora abba­stanza pre­sente da fargli intrav­ve­dere nel nostro Gruppo erme­tico un´ul­te­riore pos­si­bi­lità non tanto di sfogo, ma di riven­di­ca­zione uffi­ciale della vali­dità delle sue teorie; e guar­da­caso, al 'tocco' delle sue pros­sime pre­vi­sioni, potrebbe anche vederla con­fer­mata.
Non lo sen­timmo più, dopo quella sera, né ve ne sarebbe stato motivo; poiché il con­tatto era aperto e l´in­con­tro non si sarebbe esa­u­rito là.
È “incon­tro” un ter­mine accet­ta­bile? per molti cer­ta­mente non lo sarà; ma è solo una que­stione di “punti di osser­va­zione”. Per altri lo è viep­più; mi limito ad aggiun­gere che certi tipi di dia­logo lasciano il segno ed indi­ca­zioni assai più di qual­siasi altro.
Soprat­tutto se si ripro­pon­gono dopo alcuni mesi di studi ed ana­lisi astro­lo­gi­che con­dotte su eventi recenti - con­nesse a sismi e feno­meni vul­ca­nici, geo­lo­gici e mete­o­ro­lo­gici, una ricerca a cui rivol­gevo per la prima volta la mia atten­zione - tra­mite il mes­sag­gio di un mio cor­ri­spon­dente che mi prega di chia­marlo al tele­fono per par­larmi di una cosa 'extra lavoro' (il suo, nei miei riguardi; sarò pro­lisso, ma a volte mi piac­ciono i det­ta­gli, come parti di una core­o­gra­fia che rende vivida la scena).
Egli esor­di­sce chie­den­domi: «tu lo cono­sci Raf­fa­ele Ben­dandi?». Mi coglie di sor­presa, tanto da rispon­der­gli che «il nome non mi è nuovo» … Ne è pas­sato di tempo! qual­che set­ti­mana prima avevo scorso en pas­sant un video su Ighina, anch´egli roma­gnolo e qual­cosa roto­lava nel sub­con­scio; ma è il secondo mes­sag­gero che mi dirige verso com­piti astro­lo­gici pre­cisi nell´arco di tre mesi, ed ho appena ulti­mato il primo (sulla grande Croce Car­di­nale, di cui non mi sarei nep­pure accorto, sempre preso dalla pro­gram­ma­zione) e tro­vato sì e no il tempo di rias­set­tarne alcune pagine in un domi­nio appo­sito.
Certe spinte non sor­gono dal caso; e poi il caso non esiste.
Un attimo per ripe­scare il col­le­ga­mento: e… «già, Ben­dandi! certo che lo cono­sco» e il motivo della chia­mata viene a galla: due pre­vi­sioni sue per il pros­simo bien­nio stanno met­tendo a soq­qua­dro le opi­nioni [e la tran­quil­lità] di molte per­sone; ma sfor­tu­na­ta­mente i ter­re­moti non si evi­tano infi­lando la testa sotto la sabbia.
Il mio inter­lo­cu­tore mi affida tout-court un com­pito chie­den­domi let­te­ral­mente, con buone maniere, quel che egli defi­ni­sce uno “sforzo men­tale”, teso a valu­tare con le mie cono­scenze la veri­di­cità di ciò che altri hanno postu­lato con le loro, spe­rando che poi “qual­cu­naltro magari ne farà del­l'altro”. Un´ot­tima ragione per dargli ascolto e mi basta una scorsa rapida al cielo delle due date che mi indica, per com­pren­dere che è d´uopo acco­gliere l´in­ca­rico, fin dove posso. Apro una ricerca per rac­co­gliere le infor­ma­zioni dispo­ni­bili, e di passo in passo si fa sempre più evi­dente quale sia stata la fonte pri­ma­ria di questo input.
Infatti mi trovo di fronte in modo inat­teso al più splen­dente esem­pio di con­nu­bio e siner­gia della cono­scenza astro­lo­gica ed astro­no­mica; con­ce­zioni già in essere, appli­cate in modo esem­plare, che si incon­trano e com­ba­ciano da un estremo all´al­tro e che non avrei spe­rato di incon­trare qua ed ora, benché ali­men­tassero da sempre i miei più e meno pale­sati per­corsi.
Ben­dandi si esprime con il lin­guag­gio dei grandi, degli ini­ziati, di coloro che hanno com­preso, pene­trando a piè pari nel cuore della Realtà tra­scen­dente. E lo fa con parole sem­plici e con­cetti chiari, uno con­se­guente all´al­tro in modo natu­rale e facil­mente intu­i­bile anche da altri. Senon­ché gli “altri” non sempre ne vogliono sapere. Perché?
  1. Appar­ten­gono (in senso let­te­rale) ad un mondo acca­de­mico che non con­sente ini­zia­tive, libertà e tan­to­meno sco­perte al fuori di se stesso e del pro­prio potere.
  2. Si tro­ve­rebbero nella sco­moda posi­zione di dover giu­sti­fi­care come mai a loro è sfug­gito da sempre qual­cosa di tanto ele­men­tare ed impor­tante.
  3. Dovreb­bero ammet­tere Prin­cipi estra­nei al loro razio­na­li­smo spe­cu­la­tivo.
  4. In tema di ter­re­moti, assu­mersi la gigan­te­sca respon­sa­bi­lità di azzar­dare una qual­si­vo­glia pre­vi­sione, con tutte le con­se­guenze ter­ri­to­riali, eco­no­mi­che, giu­ri­di­che e sto­ri­che che ne deri­vano. È evi­dente che in casi del genere occorra la mas­sima, impre­scin­di­bile pre­ci­sione, il che esclude ogni ten­ta­tivo spe­ri­men­tale, per quanto scien­ti­fico, con tutti i rischi con­nessi al pro­cu­rato allarme e quant´al­tro. E poi vi sono ospedali, strutture e persone quasi inamovibili, servizi pubblici immancabili e via dicendo, tali da far con­clu­de­re che davvero i terremoti non debbano essere previsti ed annunciati.
Queste ed altre sono moti­va­zioni bastanti a ren­dere com­pren­si­bile la scelta del rigetto, se non del dileg­gio (un clas­sico in simili casi), anzi­ché l´ac­co­glienza a brac­cia aperte di sif­fatte dimo­stra­zioni. Anche se in più di un´oc­ca­sione qual­cuno dovrà dolersene, met­tere da parte lo sco­pri­tore e le sue sco­mode ed imba­raz­zanti sco­perte è più facile e con­ve­niente; una for­mula che è tutt´ora in voga.
Come se poi qual­che par­ziale tra­sfe­ri­mento o pur dispendiosa pre­ca­u­zione a vuoto fos­sero più dolo­rose del crollo di un edi­fi­cio, con dentro chi lo abita! Sco­modo e costoso, cer­ta­mente (mai quanto una guerra!); appare impen­sa­bile mobi­li­tare un´in­tera città; ma po­treb­be far parte di una stra­te­gia pre­vi­sio­nale affer­mata, come dire, incluso nei rischi pre­ven­tivi; quan­to­meno offrire agli inte­res­sati una scelta di mas­sima allerta. Non passiamo forse la vita a pagare di tasca nostra polizze di assicurazione contro infortuni, che più pro­ba­bil­mente non si verificheranno mai? un esodo paragonabile a quello annuale di ferragosto, lo si può ben riservare anche al rischio di un eventuale terremoto! Se si tol­lera che i vac­cini pos­sano far più danni delle malat­tie, non dovrebbe essere impos­si­bile accet­tare una stra­te­gia ter­ri­to­riale; soprat­tutto a seguito di qual­che buon esito, che nei casi rive­lati da B. si sa­reb­be con­se­guito. Invece, in man­canza di misure anti­si­smiche, si pre­fe­ri­sce soc­com­bere (o lasciar soc­com­bere); e non è solo un problema di chi muore, ma anche per chi si fa male, perde quasi tutto quello che ha o rimane in vita senza i suoi cari.
silviaaq (scrive su ecoblog.it: post/8056) - 23 giu 2009 - 22:24 - #34
“parlate tutti bene, giuliani è un personaggio scomodo per i nostri politici che ora fanno gli struzzi.
io so solo che quei tremendi 30 secondi li ho vissuti stringendo forte i miei bambini non potete capire cosa si prova in un momento del genere, quindi permettetemi di affermare che non ci importa sapere se giuliani come dicono in tanti sia un cialtrone. noi pretendiamo solo rispetto e non vogliamo essere presi in giro da nessuno quelle che viviamo non sono scosse di assestamento e quello che crediamo è che non sia ancora finita.”

A pen­sarci bene non sor­prende; forse - allo stato attuale della cul­tura uffi­ciale, o meglio dell´e­vo­lu­zione sul nostro pia­neta - non ci si poteva atten­dere altro; e non è colpa dell´am­biente scien­ti­fico, come si è por­tati a rivan­gare; il pro­blema non è insito nell´es­sere stato B. un auto­di­datta, senza il pezzo di carta, anche se ciò si ripro­pone con mag­giore evi­denza; è nella natura umana, in ogni campo. Credi forse che il mondo degli astro­logi si com­porti diver­sa­mente? o che tutti gli stu­diosi-scien­ziati con le carte in re­go­la siano benac­cetti e rispet­tati, quando hanno qual­cosa di impor­tante da dire e da dare? Dipende da “che cosa” e da quali inte­ressi urtano, eco­no­mici, poli­tici, di casta etc. etc..

La luce fa let­te­ral­mente scom­pa­rire il buio e le forze oscure impian­tate nella fascia pla­ne­ta­ria in cui viviamo non ci ten­gono affatto a dile­guarsi, ma spro­fon­dano nel deli­rio di do­ver­lo impe­dire ad ogni costo, non escluso l´av­ve­le­na­mento siste­ma­tico della bio­sfera, pur di man­te­nere la loro mani­fe­sta supre­ma­zia.

Ciò che vale ad illu­mi­nare l´arco vol­ta­ico della con­sa­pe­vo­lezza, apre le menti alla volta di oriz­zonti tali da sca­val­care i con­fini della pri­gio­nia cano­nica, la quale fa di ogni indi­vi­duo un automa al ser­vi­zio della loro pote­stà; per­tanto da secoli viene ostra­ciz­zato, messo al bando, bef­feg­giato, pre­cluso, con­dan­nato, bru­ciato o cro­ci­fisso, poiché la cono­scenza con­duce alla libertà dell´es­sere e la libertà scio­glie quei nodi occulti che da troppo tem­po deten­gono le redini di questo pia­neta. Basta uno sguardo ai tempi del­l'Inqui­si­zione, solo per non farla lunga; o ai sem­plici cri­stiani, sbra­nati nel circo mas­simo.

C´è chi lo rigetta d´i­stinto, questo potere, e chi lo asse­conda scam­bian­dolo per il pro­prio inte­resse; ma di fatto solo pochi addetti con­ser­vano chiara visione di questo stato di cose; ed è per questo che ci si con­ti­nua a sor­pren­dere, gli uni di quel che fanno gli altri, o che gli altri non fanno; ali­men­tando la sepa­ra­zione, che per assurdo è il più inge­gnoso col­lante di questo regno oscuro, il basa­mento radi­cato e quasi ine­stir­pa­bile del suo trono. L´e­satto con­tra­rio di reci­proca com­pren­sione e com­pas­sione.
Solo di recente alcune fonti di tale infor­ma­zione si stanno facendo strada e sempre con mag­giore spinta; è giunto il tempo! e se pur non ridu­cono i casi come quello in esame tutt´ora viventi, smettiamo di pro­vare mera­vi­glia ed apriamo gli occhi; occorre sma­scherare l´Av­ver­sa­rio che è dentro di noi, giac­ché il momento della verità è alle porte e… non busserà a lungo.

Aggiungerà a posteriori una nota su quel sisma che ha colpito ripetutamente il Giap­po­ne l´11 marzo 2011, un evento che risultava scritto sui fogli lasciati da Bendandi! Il sismologo Giuliani ha dichiarato persino che le coordinate indicate “sba­gliavano” di circa 500 km.. Ebbene, se per i detrattori delle teorie di B. è un errore inam­mis­si­bi­le per ammettere la prevedibilità, basta un briciolo di cer­vel­lo per capire quanto e quale danno si sa­reb­be evitato tenendone conto per tempo: oltre alle vit­ti­me e ai danni ine­lut­­ta­bili, l´impatto sul nucleare è stato devastante per tutto il pia­ne­ta e lo si sarebbe potuto prevenire. Poiché uno tsunami capace di investire tutto il Pa­ci­fi­co arriverà sia da 300 che da 800 km, il maggior problema e la mi­glior so­lu­zio­ne possibile risiedono nell´attenderlo, anziché farsi cogliere di sorpresa dal­la sua fu­ria; e in questo il Popolo giapponese è maestro. Tanto più che era stato pre­ce­du­to per due giorni da scosse di Magnit. 7.2!

«Potremmo far scom­pa­rire la sic­cità in Italia o in Africa - spie­gava Pier Luigi Ighina, un altro grande sco­pri­tore Ita­liano vis­suto 95 anni fino al 2004 e già aiu­tante di Guglielmo Mar­coni - costru­endo degli scom­po­si­tori di monopòli dell´a­tomo magne­tico abba­stanza grandi si farebbe pio­vere su zone estese per cen­ti­naia di chi­lo­me­tri. Ma non vogliono, perché sennò fini­sce il gua­da­gno. Se sanno che ci riesco mi fanno fuori. Io non ci spero più, mi sono iscritto alla “Lega di chi se ne frega”.»

(da un arti­colo di F. Ruggeri su “ITALIA”, 19­/07­/2002)
È questo che vogliono.
Io stesso al mio ritorno dall´Ar­ci­pe­lago di Capo Verde (1977) ho bre­vet­tato un dispo­si­tivo, certo più ele­men­tare! che però avrebbe con­sen­tito la col­ti­va­zione su due piedi di ampie zone di ter­reno, fer­ti­lis­simo ma arido, su quelle isole vul­ca­ni­che asse­tate da secoli; ma ho solo inve­stito inu­til­mente averi e risorse, quanto più la causa era giusta!

La cono­scenza espressa in quel trat­tato cer­ta­mente stu­pendo - ma irre­pe­ri­bile - che echeg­gia le parole del Poeta, rie­voca l´e­re­dità di un Gior­dano Bruno e di altri Sapienti prima e dopo di lui.

“La forza di attra­zione è dunque l’agente prin­ci­pale di ogni mani­fe­sta­zione del mondo fisico; è dessa che regola il corso dei pia­neti e dei satel­liti lungo la loro orbita; che pre­siede allo svi­luppo evo­lu­tivo delle diverse masse pla­ne­ta­rie; che man­tiene con una sem­pli­cità ammi­re­vole quella intri­ca­tissima teoria di orbite viventi che ogni corpo cele­ste ine­lut­ta­bil­mente descrive; è dessa infine la rego­la­trice e l’ali­men­ta­trice di ogni mani­fe­sta­zione radiosa cor­ri­spon­dendo ad ogni sua leg­gera varia­zione un con­se­guente accen­tuarsi di radia­zioni e un divam­pare della luce.
E questo soffio divino che anima di un movi­mento gene­rale tutto il creato e ci offre la più elo­quente testi­mo­nianza della vita del­l'uni­verso, può giu­sta­mente defi­nirsi con l’alata parola del nostro Ali­ghieri:
“L’amor che muove il Sole e l’altre Stelle”
Dal suo libro “Un prin­ci­pio fon­da­men­tale del­l'Uni­verso” - vol. 1º
pub­bli­cato nel 1931 a pro­prie spese.

Esprime il con­se­gui­mento di una visione libe­ra­toria ed eccelsa dei prin­c­ìpi che rego­lano l´e­si­stenza del Cosmo, alla quale avrebbe fatto seguito un´al­tra opera il cui solo titolo dice tutto: «Le Stelle soli del­l'infi­nito», anche se la fru­stra­zione accu­mu­la­tasi gli impedì di pub­bli­carlo in prima per­sona. Non­di­me­no i docu­menti e, nei casi tra­scorsi, soprat­tutto i fatti per­man­gono; come del resto i pate­tici atteg­gia­menti di scherno per­du­rano ancor oggi.
Rive­ste forse alcun senso stare a discu­tere nei blog se sia pos­si­bile o meno pre­ve­dere i ter­re­moti? non sarà la miscela di paura ed impo­tenza? la sola cosa sicura è che il cosid­detto mondo della scienza non solo non ne è stato ancora capace senza di lui, ma si è per­messo di emar­gi­nare il solo indi­vi­duo che ha dimo­strato di poterlo fare e ne ha for­nito metodi, stru­menti e fatta stampare a proprie spese la teoria in­tro­dut­ti­va e tec­ni­ca; ma tor­niamo al pre­sente.

Mi sono state addi­tate due pre­vi­sioni, che riguar­dano i pros­simi due anni: 2011 e 2012; vedo che la rete ne è piena, anche se quasi tutti ripren­dono quel che hanno scrit­to altri e quanto ai com­menti di appen­dice, è meglio soprassedere.
Tut­ta­via anche in questo caso è stato posto un arre­sto pre­ven­tivo: «le pre­vi­sioni del Ben­dandi si inol­trano fino al 1980». Ogni argo­mento che superi quella data è stato così “smen­tito” (P. S. - avremo modo di documentare come anche questo si riveli falso ad opera delle stesse fonti).
Non che abbia molto senso, con­si­de­rati studi suoi che spa­ziano per migliaia di anni, dal­la scom­parsa di Atlan­tide, che foca­lizzò nel 10431 a.C., al 2521 d.C. - ossia tra più di 1500 anni da oggi - nella pri­ma­vera del quale ha ipo­tiz­zato un evento simi­lare.
Pro­ba­bil­mente non è che un´al­tra mossa ormai scon­tata, poiché la regìa è sempre la stessa. Chi avrebbe inven­tato e dif­fuso queste date con tanto di det­ta­gli? e perché in tutta la rete si tro­vano noti­zie di quel suo primo libro, ma nes­suna indi­ca­zione su come repe­rirlo?
Comun­que sia, per quanto mi riguarda è motivo di doppia veri­fica; non mi limi­terò a ripe­tere quel che lo stu­dioso avrebbe già annun­ciato, ma dovrò veri­fi­care, diciamo ex-novo sulla base di tempo e luogo di ignota pro­ve­nienza, la pos­si­bile ten­denza indotta sul nostro pia­neta dalle forze pla­ne­ta­rie, sotto il pro­filo astro­lo­gico.
Per la disci­plina astro­lo­gica infatti non è una novità il prin­ci­pio che il B. ha esal­tato e dimo­strato a più riprese, secondo il quale le forze interplanetarie (identificate come gra­vi­ta­zio­nali, ma su questo ritorneremo) non solo reg­gono tutto quel che esiste (e non si limita allo spazio visi­bile) ma inte­ra­gi­scono ali­men­tando e di­strug­gen­do le con­di­zioni vitali ed evo­lu­tive di ogni sistema, o espres­sione mate­riale.
L´uomo stesso è un campo gra­vi­ta­zio­nale, anche se non se ne rende conto.
Che se anche l'Astro­lo­gia è al bando, con suoi assiomi, figu­riamoci quando ci si ren­derà consapevoli che per­sino i nostri stati men­tali influ­en­zano tutto l´am­biente ter­re­stre! del resto, se è stato pos­si­bile spe­ri­men­tarlo verso le for­ma­zioni nuvo­lose (e vi sono mol­te testi­mo­nianze), perché mai non si dovrebbe inte­ra­gire con il suolo?

il per­so­nag­gio e la storia

le due pre­vi­sioni “apocrife”

R.B.: Astronomia E Astrologia

2011: dall´11 Maggio al 10 Giugno

il “fattore 11 (undici)”

La domanda se «si pos­sono pre­ve­dere i ter­re­moti»
non ha più luogo a pro­ce­dere, per la sem­plice ragione
che ne sono già stati pre­vi­sti in diverse occa­sioni e senza
nem­meno biso­gno del soste­gno della “comu­nità scien­ti­fica”

La per­so­na­lità di un grande e l´a­na­lisi in chiave astro­lo­gica di due pre­vi­sioni,
che gli ven­gono attri­buite da mezzo mondo, ma che l´al­tra metà smen­ti­sce anzi­tempo.




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