Questo articolo fa seguito al mio
commento, postato presso il blog di Ettore Guarnaccia, traendo spinta dall´emergere repentino - poi lungamente meditato - di aspetti inattesi della vicenda SSP.
Una postilla ispiratami di getto, a commento giunto in fase di rilettura, non prevista nella composizione del testo, ha come gettato un ponte verso nuove chiarificazioni, necessarie per una più aperta visione di quel che si profila. Pagina prioritaria.
'la tecnologia potrebbe finire con il deviare dalla corretta ed essenziale percezione
di se stessi, nel momento in cui l'Umanità ne ha maggior bisogno storico ed evolutivo'

La problematica incombente è relativamente semplice, per chi è disposto/a a capirla:
Questa divulgazione (disclosure) induce con le sue implicazioni dottrinarie un criterio di materialità tale da polarizzare la mente dell'Homo Sapiens verso la 3ª dimensione; ne trattiene l'attenzione sul piano di una realtà esistenziale ancora una volta speculativa e meramente strumentale, al di fuori di/o infrangendo il quale - per conchiudere il cerchio - si andrebbe incontro ad un annientamento definito “al punto del nulla, della non-esistenza”.
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Quest´ultima minaccia circoscrive fino al limite, con un concetto non inserito a caso: dicasi l´annullamento totale (tra l´altro contrario al postulato forse più stabile e significativo della scienza universale: «nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»).
Non che la scienza si sia comportata fino ad oggi diversamente; ma se la sua mala fede è ormai conclamata e sotto accusa, qua ci si accinge a scavalcare barriere che investono filosofia e spiritualità con apparente, ostentata cognizione di causa, in una fase cruciale della storia terrestre. Si parla di amore, pace e fratellanza conseguenti a determinate applicazioni proposte e distribuite, quindi coinvolgenti ogni individuo, al 100%.
Nondimeno, immersi nella materia, governati da leggi proprie della materia. Ove più che creare nuove materie ad es., andrebbe auspicata l´eliminazione di quelle inventate fino ad oggi con l´effetto di inquinare l´ecosistema; per lo più derivati di sostanze ribelli, petrolio in testa; ma è solo uno dei tanti casi e questa è un´altra storia.
Dato per vero, detto processo applicativo impedirebbe di fatto all´essere umano di sublimare, da questo crogiuolo infernale che sta sperimentando, la coscienza della sua radice-origine, ovverosia della sua Realtà spirituale; quella presa di coscienza che dovrebbe traghettarlo proprio ora verso una nuova e più elevata DIMENSIONE di vita.
Nota ad alcuni come Matrix - o il concentrato delle trame ordite per mantenere l'uomo nella schiavitù derivante dall'ignoranza, facendo monopolio di anime e sopprimendo i cervelli indipendenti - pare sia giunta l'ora di affrancarsene. È questo il “Risveglio”!
Il superamento di tale barriera aprirebbe di per sé il varco a metamorfosi sostanziali.
Questo improvviso giro di boa verso una nuova scienza dotata del più totale arbitrio, potrebbe essere volto ad impedirlo tale superamento - ne avrebbe comunque l´effetto - consegnando all'uomo la suprema promessa di un potere sconfinato, solo degno contrappeso alla posta evolutiva in gioco. In una partita che lo vedrebbe soccombere ex novo, senza neppure rendersene conto, passando da uno stato di prigionia ad un altro non meno illusorio e sinistro, che si tradisce proprio nel propagare quella sua espressione culminante, del poter accedere alla creazione della vita.
Coloro che si sentono esaltati da questa timbrica da home theatre, manterranno la loro rotta; nessuno potrà dissuaderli. Il messaggio è rivolto soprattutto a chi precepisce sufficenti dissonanze da metterlo sull´avviso ed accendere alcune luci di emergenza, non troppo natalizie; offre loro quel materiale che possa aiutarli ad inquadrare il problema nella più ampia delle prospettive.
A chi invece le spiegazioni a seguire dovessero provocare un certo fastidio, suggerirei di guardarsi dentro con il massimo impegno.
Un progetto come l´SSP, se lo si dà per serio, potrebbe non far capo ad un singolo uomo di scienza, quanto ad uno schieramento di energie-entità con una loro finalità: è evidente che non stiamo assistendo ad un lancio pubblicitario, ma siamo chiamati a partecipare ad una presa di posizione “scientifica” non meno pericolosa di un ordigno letale.
Riassumendo la mia visione, se fino ad oggi poteva trattarsi di un plausibile rilancio al futuro da parte di una Fondazione ricca di conoscenze preziose - dunque da sostenere, previo l'immancabile scardinamento di uno stato di malattia della società umana preannunciato dai tempi - ecco invece il "passo falso", a tradire un disegno deprecabile, all´insegna di un ultimatum alle nazioni. Il gioco si scopre, con l'ultimo, travolgente rilancio; e non è certo un caso che si presenti allo scadere di termini ben noti.
quel che tutti dovrebbero sapere
La presunzione del poter creare altri esseri fu all'origine di questo sfacelo:
fu essa L'ERRORE - per chi non lo sa, e cioè quasi tutti - alla base della nascita forzata dell'Universo che abitiamo, quale unica, vera e propria struttura di risanamento.
La si prenda come si vuole, ma è il momento di comunicarlo, senza perifrasi, cosicché ognuno possa trarne o correlarvi le sue deduzioni. Che se anche la notizia in sé fosse ritenuta non credibile, nella sostanza il problema non muta, visto che ci si vuol sostituire tout court nientemeno che al Padre Eterno.
Perciò tralascia per un attimo le tue resistenze (e i condizionamenti) ed accetta i postulati.
Al termine collegherai i vari lati del poligono e deciderai sulla sua consistenza.
La Terra in questo frangente ri-veste un ruolo galattico di primo piano e non a caso echeggia tale epico scenario, a quanto intravvedo, nonostante il livello medio-basso che occupa attualmente nella struttura universa (di questa ho fornito indicazioni a seguito di una curiosa domanda intervenuta proprio presso il forum della Kf, guarda caso subito dopo che Keshe stesso ha rifiutato di rispondere e pubblicare la mia richiesta di come la pensava sulla presunta forma toroidale dell'universo; due post sono stati pubblicati, il terzo no, benché rispondesse ai saluti di chi mi ringraziava direttamente).
L'inganno quindi è estremamente sottile ed insidioso, molto difficile da aggirare, persino da intravvedere per tempo e non è detto che il suo portatore ne sia consapevole.
Di certo egli non mostra di disporre di sufficenti cognizioni esoteriche, mentre nella sua concezione è evidentemente trainato e a sua volta permeato dall'impiego di metodologie scientifiche strumentali, benché si sia avvicinato al "suono" puro.
Basterebbe la pretesa di aver aperto agli umani la conoscenza della vita-materia fino alla fine dei tempi, o dal loro inizio, che in fondo è la stessa cosa; relegando alla dimensione umana e contingente la cognizione di sfere ben più elevate, se non ancora eccelse, ed ignorando che la realtà che noi possiamo esplorare è e sarà sempre ridotta al nostro status quo, ovverosia al piano evolutivo che ci accoglie e per il quale siamo configurati - assunto ingenuamente come unità di riferimento cosmico - e non potrà accedere a quelli superiori in alcun modo scientifico e fisico o strumentale, ma solo interdimensionale da parte di quegli individui il cui grado di evoluzione sia più avanzato dell´umano; o evolvendo noi stessi fino a trasformare la nostra condizione.
Pertanto non potremo sviluppare concezioni in grado di oltrepassare in toto i limiti che riguardano la complessione terrena, che ha raggiunto sì e no un terzo del percorso di rientro nell´equilibrio (ma non illudiamoci, riferisco di una progressione esponenziale).
Evidentemente il sentirsi uomini stabilizza il pensiero su frequenze vieppiù locali; ma una visuale che riduca ai suoi orizzonti il portale della conoscenza non può che mentire, in buona o cattiva fede; certi segreti sono già cosa di tutti i giorni per dei nostri fratelli nello spazio, eppure essi stessi debbono evolvere e scoprire dell'altro; dice niente?
Keshe ci indicherebbe così i confini del tutto: il più basso, l´annientamento; il più alto, il know-how della creazione e la formazione della vita. Come tali, non possono che essere falsi entrambi.
Se l´annientamento definitivo fosse possibile, questo universo non esisterebbe; poiché l´errore che egli scongiura dando per scontato che non avrà senso né luogo, è già stato commesso in passato, a livelli ben superiori a quello terreno, con il potenziale in ipotesi di annientare tutto quanto popola invece l´attuale universo, volto per conseguenza alla ricomposizione integrale.
Nulla potrà sottrarsi, così come niente e nessuna entità, per quanto luminosa, potrà abbandonare quest´ambito destinato, prima del ripristino della totale guarigione.
Qualunque ulteriore distruzione dovesse aver luogo, non avrebbe altro effetto che precipitare nuovamente miriadi di frammenti energetici di esseri polverizzati - noi stessi - negli spire inferiori del conoide cosmico, per riabilitarne il reintegro, nel percorso obbligato di inenarrabili sofferenze. Non è un inferno eterno, frutto di una fantasia alterata; ma la lunga fatica del riscatto la stiamo essenzialmente consumando.
Di questo certamente tutti dovremmo tener conto; ma lo faremo?
Non ha molto senso del resto privilegiare una creazione e formazione della vita culminanti ed incentrate nella configurazione dell´uomo e del piano in cui compie la sua esperienza, spiegata la quale avremmo capito tutto e raggiunto il presunto controllo della realtà.
L´essere umano, troppo abituato a se stesso, sarebbe ancora troppo stupido per una simile gestione, anche solo in casa propria; infatti lo è abbastanza da ritenerla possibile ed inseguirla in questi termini esclusivi.
“Se vuoi capire quanto è profonda la questione… lo vedo quando costruisco un reattore di tecnologia spaziale… persino il mio reattore per lo spazio ha un’anima.
Ha un comportamento. Devi capire il comportamento del reattore perché è una cosa con una vita. Poi allora capisci quanto poco sappiamo.”
(Iconicon® - Intervista a M.T. Keshe il 31 12 2012)
Un´altra immagine apprezzabile, senza dubbio suggestiva e per certi versi significativa; ma anche profondamente umanoide; se vogliamo, un po' da “Guerre Stellari”.
Gli è che passare da un comportamento individuabile all´anima… allora anche un computer sofisticato li può vantare! Quello del computer potrà risultare addirittura più prossimo a noi, che gli abbiamo insufflato una logica; o magari ci sorprenderà di più quella di un reattore, per la sua interazione spontanea con le leggi della Forza, auto-costituentisi dai magravs con i quali interagisce; quindi un´intelligenza intrinseca o 'istintuale' superiore a quella da noi infusa all´elaboratore.
Ma dati entrambi i casi, anche uno scienziato dovrebbe avere un´anima… e non scivolare su certi inaccettabili compromessi.
Mi auguro che queste parole possano indurre più o meno direttamente l´uomo di scienza - in sintonia con quelle elevate che egli non lesina - a fargli rivedere alcuni dei suoi punti di vista.
Comunque vada, tenere conto di tali risvolti è di fondamentale importanza.
sulla vita nella materia
Per meglio completare il quadro, chi non è addentro “alle segrete cose” dovrà compiere lo sforzo di comprendere che tutta la materia rappresenta in pratica la proiezione del nostro campo energetico primario di esseri spirituali in uno stato di rallentamento; un'esperienza transitoria funzionale circoscritta da un inizio ed una fine, ma che per suo carattere intrinseco tende ad imporsi come stabile e permanente.
In realtà, varia con l'incedere del processo evolutivo che si manifesta in una progressione a vari strati, sempre più accelerati a livello vibratorio e che pertanto non vediamo; dove quindi la materialità risulta di più in più rarefatta, per culminare con il ripristino dello Spirito libero, puro e splendente, che della materia non ha più alcun bisogno.
Ne deriva tra l´altro che l'immortalità concepita in loco sia un falso miraggio, un altro specchietto per le allodole.
Ogni essere è già immortale ab aeterno, ma non ha certo senso che lo sia in un corpo fisico, così come nessuno si sognerebbe di identificarsi con i vestiti che indossa di volta in volta, anche se questi lo connotano in diverse fasi e circostanze.
Sia detto a prescindere da possibili esperienze specifiche di determinate Entità, capaci di affermare il loro totale controllo sul mantenimento di una fisicità per periodi ai nostri occhi illimitati, ma pur sempre a scopi contingenti legati all´evoluzione di altri.
Una volta conseguito il fine ultimo, il corpo (soggetto nei frattempi a mutazioni inimmaginabili) non serve davvero più. Questo, notare bene, non vale solo per l´uomo, ma per ogni essere o struttura creata, poiché tutto partecipa dello stesso principio di vita.
Al tempo stesso ogni particella unitaria è indistruttibile e non potrà mai essere annientata; l´immagine contraria, come ho fatto notare fin dal blog, è perniciosamente strumentalizzata, proprio perché compare in una chiave dall´apparenza salvifica.
Si tratta nei fatti di un potenziale suggerimento che chiunque è in grado di raccogliere e far proprio, tranne poi usarlo per come la vede. Non ci troviamo forse di fronte a gente che si suicida? e secondo te che leggi, la loro disperazione viene frenata dal timore dell´auto annullamento? aggiungiamo i terroristi-kamikaze?
Ogni individuo giunto agli estremi, può reagire in modo da sospendere il giudizio e sorprendere gli altri; e questa è la sola certezza che abbiamo; per esperienza.
Pertanto le considerazioni filosofiche di M TKeshe non sono che letteratura, quasi prosaiche, stanti dei termini che ripongono tanta disinvolta fiducia nel sostenere che tutti, ma proprio tutti in un mondo in conflitto, al momento decisivo in cui si gioca il tutto per tutto, la pensino come lui.
Nemmeno una modesta campagna elettorale punterebbe sull´esito convincente di simili assunti; ma che proprio ora la gente smetta di lasciarsi distrarre?
Vogliamo tentare il tuo di pensiero, simulando un caso fortemente critico? non penseresti ad es. "se lo distruggo per primo. dopo lui non potrà distruggere me"? è solo un banale esempio, ma vale quanto le supposizioni di Keshe. Quanto più ci si imbestialisce, tanto più si diventa stupidi e incoscienti, fino ed oltre il sacrificio.
E poi ancora:
Secondo Keshe, adesso l’uomo ha l’occasione di diventare creatore a sua volta, ma non senza addossarsi l’enorme responsabilità di dover pensare ed agire come un creatore, cioè in maniera giusta, altruista ed equa nel rapportarsi al tutto universale.
“adesso”?? e prima “pensare ed agire come un creatore” per poi arrivare alla pace? mmh… a te paiono i tempi appropriati? e chi o cosa ci saprà infondere finalmente la maniera giusta, altruista ed equa nel rapportarsi al tutto universale? perché questa, sia ben chiaro! è la domanda centrale e non mi pare che fin´ora la Kf ne abbia dato lezione, al di fuori dalle apparenze.
Ha solo distribuito gratuitamente una serie di esche a dei governi più egoisti ed arroganti che mai, atteggiandosi a fratello di tutti, ma mettendo in vendita i suoi prodotti direttamente appetibili a prezzi piuttosto sostenuti.
La Fondazione necessita di fondi, si dirà; certo! ma nessuno ha chiesto a MT Keshe di istituirsi come benefattore, se intendeva agire come una multinazionale.
Bastava metter sul mercato un´impresa per distribuire strumenti e servizi per la pace nel mondo: sarebbero rimasti invariati e ne sarebbe emerso il tenore tecnologico straordinario; senza bisogno di pretendere da alcuno il suo indirizzo di casa.
Sarebbe indubbiamente più consono alla libertà di tutti, che gettare del lacci alle nazioni della Terra, le cui conseguenze rappresentano un´autentica incognita.
Fermo restando che a certi assunti di pace e bene comune ogni governo o paese può pervenire solo affermando una propria ideologia, e non cambierà certo le carte in tavola l´atteggiarsi di un interlocutore a babbo natale, regalando strumenti di creazione-distruzione.
Sto confermando un´altra obiezione di Ettore Guarnaccia, da me confutata a suo tempo; c´è da ribadire che la condotta della Kf in chiave umanitaria a me risultava formalmente adeguata, in forza di una Fondazione con un´immagine così come proiettata ai primi passi del programma spaziale. Dovevo il mio entusiasmo iniziale all´aver estrapolato da alcune espressioni di M.T. K. che le sue sperimentazioni erano veritiere; allorché si alternavano solo dubbi sparsi a credulità speranzose, rilevavo frasi che non avrebbe potuto pronunciare né concepire in assenza di vere scoperte.
Gli sviluppi recenti lasciano purtroppo intravvedere come e perché le premesse (non contano solo quelle scientifiche!) siano differenti e quanto di meno affidabili.
Questo articolo voleva essere breve, ma le riflessioni fluiscono e sono degne di nota proprio nel loro insieme, poiché mi insegnano scrivendo che occorre familiarizzare rapidamente con tali concetti, del tutto avulsi da qualsiasi realtà abituale, per poterli visionare in modo sereno e corretto; o si rischia di rimanere travolti dalla loro eccezionalità, perdendo il senso delle proporzioni (come chi grida alla bufala ), e di non capire più dove conducono, come discuterli in modo appropriato e soprattutto dove si annidi il vero pericolo. Non è certo un giro di conferenze quello da contestare.
Dalla più semplificata delle analisi si evince quindi che tale ostentazione iniziale nasconde un piano diverso, che abbraccia Tutti quanti allo stesso modo (e mondo).
È rivestito di gran belle frasi, ma i conti non tornano, non soltanto nella sfera occulta, ma anche sul piano del buon senso comune.
Stiamo per salire sul primo gradino della lunga scala della conoscenza, ma c’è ancora molto da fare e dobbiamo impegnarci per costruire le fondamenta nella giusta maniera, se vogliamo realmente arrivare alla pace.
“ma c’è ancora molto da fare” più che un prendere coscienza, sembra piuttosto un monito buttato lì a dei boy-scout, ma da un altro boy-scout, molto terra-terra, per così dire; esaminato attentamente, è un parlare sconclusionato, un collage di allusioni superficiali in cui ogni concetto è mal disposto; e non è il primo dello stesso autore.
Temi di rilievo planetario ed ancor più su, andrebbero affrontati con un´attenzione e in una prospettiva ben diverse da quelle di chi si rivolge ad un gruppo improvvisato di progettisti. Trattare il mondo come un giocattolo può riservare delle sorprese indesiderate, provocare squilibri tali da scagliarci perentoriamente e di colpo nei piani inferiori del vortice universale, per altri millenni; con grande soddisfazione delle forze che si nutrono di ribellione e dell´energia liberatasi! e dunque dove di luce ce n´è poca.
Il guaio è che tali dichiarazioni finiscono con l'assurgere ad una sorta di vangelo mondiale: sono molti ad applaudire, senza saper distinguere il grano dal loglio; perché li ha rassicurati sul futuro dell´umanità con le parole.
Una delle sfide principali di quest´epoca e dei suoi media, anche senza rifarsi ai persuasori occulti, è la capacità del singolo di distinguere rapidamente le parole dai fatti.
E “se vogliamo realmente arrivare alla pace” non è essa stessa una locuzione bivalente in un tale contesto? perché se e perché realmente ? sì, magari sono modi di dire, o traduzioni indotte; ma a livello subliminale seminano idee contrapposte; chi è del mestiere lo sa bene. Al tempo stesso si tradiscono, come dei lapsus freudiani.
Tecnologia permettendo, tutto quanto barcolla sempre più pericolosamente. |  |
Tornando a concludere sul tema immortalità, chi preferisce credere alla “resurrezione della carne, la vita eterna, amen”, avrà comunque modo [differito] di fare le sue verifiche; benché io stenti a comprendere come si possa privilegiare a priori un corpo idiota per l´eternità (preconizzato da una promessa-dogma infondata e non dimostrabile) rispetto alla conscia riconquista della sconfinata libertà di sperimentare e conoscere (che molti individui hanno sviluppato attivamente, e ne hanno dato prova), dilatando il proprio essere di luce fino agli estremi del Tutto.
L'esistenza materiale in buona sostanza è stata istituita per consentire di riparare precedenti [nostri] errori, rendendo più sopportabili in un campo di diluizione dell´intensità vibrazionale (in virtù della massima densità) certe esperienze estremamente dolorose o distruttive; ma non delimita affatto i confini del nostro essere né, come denuncia la sua caducità e diversificazione, è parte integrante del progetto primo della Creazione (che appartiene solo alla †FONTE†, o il Senzanome) e che è esterno al nostro universo finito.
credere o non credere, questo è il problema
Beh, si potrà essere più o meno [pre-]disposti ad accettare questi enunciati, dei quali ognuno potrà verosimilmente fare l´uso migliore, secondo il tratto di strada che sta percorrendo; ma chiunque dovrebbe rendersi conto che da sempre c'è chi è interessato a che tutto questo non si sappia, non lo si comprenda o non lo si accetti, giacché una volta recisa la radice della libertà e dell´evoluzione, è facile condizionare e far sudditi, anche in forma fidente, al proprio potere.
Se da un lato troviamo una presunzione metodologica illuminista, pronta a negare ogni ipotesi che possa contrariare il suo perverso meccanicismo, dall´altro vi è certa religione, che difende i propri dogmi come capisaldi della fede; dimenticando e costringendo a scordare che la fede può essere solo un ponte intimo verso la Grazia che non sapremmo raggiungere diversamente, ma non formale, retorico e sottomesso a un diktat o convincimento giunto dall´esterno (nel qual caso si tratta di semplice coinvolgimento dottrinale, ovverosia l´esatto contrario di quel che dovrebbe).
Avere fede è un po' come amare: non prevede scritture, accordi, regole tranne una: non richiedere niente in cambio.
Non occorre dunque una divisa per comunicare con l´Altissimo, poiché Egli già risiede in ciascun essere vivente; ed è giunto il momento di sostituire tutte le formulazioni tradizionali, che ci hanno accompagnato per secoli - ma anche il loro rigetto - con una coscienza univoca incondizionata, un ponte responsabile ed effettivo tra Se stessi ed il Tutto, tale dunque, da non poter prescindere dalla realtà invisibile ed indivisibile che ci anima. |
Proselitismo e secolari conversioni sono state i precursori delle moderne campagne per acquisire seguaci (clienti) e potere, e forse con le loro stragi spesso occultate alla storia di etnie ben più religiose dei promotori, hanno collezionato più morti che nuovi fedeli.
Sia detto per sottolineare che, pur non aspirando al benestare della scienza, che su questo terreno arriverà sempre ultima, dati i mezzi limitati di cui dispone - e questo topico lo dimostra a maggior ragione - ci guardiamo bene dal propugnare idee di culto, di credo, di qualsivoglia religione (pur rispettando le pochissime forme che lo meritano).
Del pari, neppure interessi di mercato o finalità di avanzamento personali.
Ho faticosamente deciso di passarvi informazioni e nozioni che possiedo da decenni e che per lo più non potreste reperire, né disporne nel tempo attuale ed utile.
Lascio ad altri gli effetti video; non debbo suggestionare né convincere.
Ognuno sceglierà se avvalersene o non, se recepirle come fondate e farle risuonare a sua volta, o lasciarle dove stanno
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Quelle esposte sono argomentazioni oggettive; classificabili a piacere, ma non frutto di teorie new-age e simili, essendo le parti più sconosciute, su questo pianeta, state riportate ad un gruppo di lavoro negli anni '70 come informazioni lineari e tecniche parallele al nostro status (all´epoca, per la cronaca, posso affermare che aspetti di ciò che si sta verificando furono premessi, anche se l´interesse del momento era fuor di focale…).
Chi sarà in grado di interpellare la propria sfera introspettiva, potrà ottenere risposta sulla loro congruenza ed attendibilità. Di più non si può fare.
Parti di tali nozioni, già accessibili a molti umani e verificate nelle esperienze di alcuni, sono ancora del tutto ignote a troppi altri; mentre oggi è più che mai essenziale rendersi conto, almeno a grandi linee di quali siano le risposte basilari a domande come:
“da dove veniamo”, “verso dove siamo diretti”, per il semplice fatto che si impongono profonde scelte e direzioni da imboccare, in funzione di un tragitto che non può rimanere ancora abbuiato, soprattutto in vista di un “mutare il destino dell´Umanità”.
Direi anzi che per questo è bene che tali informazioni siano indipendenti dall´aderire ad una qualsivoglia scuola o dottrina, onde poterle vagliare da sé, con il più lucido distacco.
La verità non è un monopolio, né è opinabile. È, ed è tutto! e risiede dentro di noi, anche se non potremo scorgerne che dei frammenti, di volta in volta più palesi.
Se il non essere a conoscenza di tali aspetti della realtà che ci avvolge, potrà avere una relativa incidenza su ogni singolo soggetto nei tempi che verranno, il disconoscerli o il non tenerne conto non applicandoli, da parte di chi si accinge a guidare i suoi simili in qualche modo sostituendosi ad ogni altro, è un atto di estrema irresponsabilità e gravità, da prevenire con ogni mezzo.
A maggior ragione, perché potrebbe esservi dietro le quinte, come cerco di acclarare, chi ne sta intentando il dirottamento in una modalità rinnovata, al passo con i tempi.
I vecchi metodi ormai sono noti e non più all´altezza di un rigenerarsi epocale.
Crolleranno, nonostante i danni già fatti, probabilmente facendo capo ad altre fonti; ma chi riuscisse ad istituire un locomotore nel quale insediarsi in un modo o nell´altro - un genere alterno di NWO, più sofisticato ed imperscrutabile, datasi una veste luminosa - potrebbe condurre un suo treno come vuole e nessun vagone lo impedirebbe.
Perciò, se mi hai seguito fin qua, ti invito a rileggere con calma e a meditare su ciò che avrai compreso, poiché una scorsa (come si usa oggi) non può bastare. Non mi aspetto certo che tutti concordino; anzi saranno ben pochi a tenerne il giusto conto - non fosse altro perché i miraggi attraggono assai più del sacrificio - ma a quei pochi era dovuto.
Si avvicina sempre più il momento in cui ciascuno verrà chiamato al tribunale di se stesso, come imputato e come giudice: e segnerà il suo vero destino la sentenza che si sarà dato.
Carissimi tutti, non ci si incarna per "godersi la vita", ma per assolverne la finalità riequilibranti e liberarci da un fardello insopportabile; il che non impedirà di vivere meglio a chi saprà effettuare giuste scelte sul suo cammino. Ciò non preclude la molla inesauribile del piacere di vivere, propellente indispensabile al faticoso incedere dei giusti; ma insegna che tale gusto, sorgivo e naturale nella sua genuinità, non dovrebbe mai tradursi in artificio, che porta dritto alla sete di dominio, con dei risultati di cui la storia ribolle.
Mi sia consentito rammentarlo, in un periodo di tanto rigore.
Acquisito senza troppe remore tutto questo (che già sapevamo poco prima di nascere -come ogni volta- ma che sùbito dopo abbiamo puntualmente scordato), molte cose acquistano un senso creativo ed altre si rendono comprensibili ed accettabili.
“La vita, amico” diceva il poeta-cantautore Vinicius De Moraes, “è l´arte dell´incontro”; non di rado di scontro, ma pur sempre un´osmosi per compensare conflitti e generare sinergie, fino al ripristino dell´armonia finale, o per meglio dire iniziale,
Tutta la grandiosità del creato alla quale possiamo inoltrare lo sguardo non è che un velato riflesso di quel che ci siamo lasciati alle spalle, che sempre ci attende ed al quale ritorneremo.
Questo bisognerebbe comprendere e respirare; ogni reiterato tentativo di possesso a partire dall´ego ha il guinzaglio corto.

Troverai considerazioni preliminari ed introduttive a questa problematica ai capitoli:
(alla fine della pagina generale).

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