espandi que­sta fi­ne­stra fu­o­ri cor­ni­ce rien­tra nel­la pa­gi­na della Keshe Foundation
Questo articolo fa seguito al mio commento, postato presso il blog di Ettore Guarnaccia, traendo spinta dall´emergere repentino - poi lungamente meditato - di aspetti inattesi della vicenda SSP. Una po­stil­la  ispi­ra­tami di get­to, a com­men­to giunto in fase di ri­let­tu­ra, non pre­vi­sta nella composizione del testo, ha come get­tato un pon­te ver­so nu­o­ve chia­ri­fi­ca­zio­ni, necessarie per una più aper­ta vi­sio­ne di quel che si profila. Pagina prioritaria.
'la tecnologia potrebbe finire con il deviare dalla corretta ed essenziale percezione di se stessi, nel momento in cui l'Umanità ne ha maggior bisogno storico ed evolutivo'


La problematica incombente è relativamente semplice, per chi è disposto/a a capirla:

Que­sta di­vul­ga­zio­ne (di­sclosure)  in­du­ce con le sue implicazioni dottrinarie un cri­te­rio di ma­te­ria­li­tà tale da po­la­riz­zare la men­te del­l'Homo Sa­piens ver­so la 3ª di­men­sio­ne; ne trat­tie­ne l'at­ten­zio­ne sul piano di una re­al­tà esistenziale an­co­ra una vol­ta spe­cu­la­ti­va e me­ra­men­te strumenta­le, al di fu­o­ri di­/o in­fran­gen­do il qua­le - per conchiu­de­re il cer­chio - si an­dreb­be in­con­tro ad un an­nien­ta­men­to de­fi­ni­to “al punto del nulla, della non-esistenza”.

Quest´ultima minaccia cir­co­scri­ve fino al limite, con un con­cet­to non in­se­ri­to a caso: dicasi l´annullamento totale (tra l´altro contrario al postulato forse più stabile e si­gni­fi­ca­ti­vo della scienza universale: «nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»).
Non che la scienza si sia comportata fino ad oggi diversamente; ma se la sua mala fede è ormai conclamata e sotto accusa, qua ci si accinge a scavalcare barriere che in­ve­stono filosofia e spiritualità con apparente, ostentata cognizione di causa, in una fase cru­cia­le della storia terrestre. Si parla di amore, pace e fratellanza conseguenti a de­ter­mi­na­te ap­pli­ca­zioni proposte e distribuite, quindi coinvolgenti ogni individuo, al 100%.

Nondimeno, immersi nella materia, governati da leggi proprie della materia. Ove più che creare nuove materie ad es., andrebbe auspicata l´eliminazione di quelle inventate fino ad oggi con l´effetto di inquinare l´ecosistema; per lo più derivati di sostanze ribelli, petrolio in testa; ma è solo uno dei tanti casi e questa è un´altra storia.

Dato per vero, detto processo applicativo im­pe­di­rebbe di fat­to all´essere umano di sublimare, da que­sto cro­giu­o­lo in­fer­na­le che sta spe­ri­men­tan­do, la co­scien­za del­la sua ra­di­ce-ori­gi­ne, ov­ve­ro­sia del­la sua Re­al­tà spi­ri­tua­le; quel­la pre­sa di co­scien­za che do­vreb­be tra­ghet­tarlo pro­prio ora ver­so una nu­o­va e più ele­va­ta DI­MEN­SIO­NE di vita.

Nota ad alcuni come Matrix - o il concentrato delle trame ordite per man­te­ne­re l'uomo nel­la schia­vi­tù de­ri­van­te dal­l'igno­ran­za, fa­cen­do mo­no­po­lio di ani­me e sop­pri­men­do i cer­vel­li in­di­pen­den­ti - pare sia giun­ta l'ora di af­fran­carsene. È questo il “Risveglio”!
Il superamento di tale barriera aprirebbe di per sé il varco a metamorfosi sostanziali.

Que­sto improvviso giro di boa verso una nuova scienza dotata del più totale arbitrio, po­treb­be es­se­re vol­to ad im­pe­dir­lo tale superamento - ne avreb­be co­mun­que l´ef­fet­to - con­se­gnan­do al­l'uo­mo la su­pre­ma pro­mes­sa di un po­te­re scon­fi­na­to, solo de­gno con­trap­pe­so alla po­sta evo­lu­ti­va in gio­co. In una par­ti­ta che lo ve­dreb­be soc­com­be­re ex n­o­vo, sen­za nep­pu­re ren­der­se­ne con­to, pas­san­do da uno sta­to di pri­gio­nia ad un al­tro non meno il­lu­so­rio e si­ni­stro, che si tra­di­sce pro­prio nel pro­pa­ga­re quel­la sua espres­sio­ne cul­mi­nan­te, del po­ter ac­ce­de­re alla cre­azione della vita.
Co­lo­ro che si sentono esaltati da que­sta tim­bri­ca da home theatre, man­ter­ran­no la loro rot­ta; nes­su­no potrà dissuaderli. Il mes­sag­gio è ri­vol­to so­prat­tut­to a chi pre­cepisce suf­fi­cen­ti dis­so­nan­ze da met­ter­lo sull´av­vi­so ed ac­cen­de­re al­cu­ne luci di emer­gen­za, non trop­po na­ta­li­zie; offre loro quel materiale che pos­sa aiu­tar­li ad in­qua­dra­re il pro­ble­ma nel­la più am­pia del­le pro­spet­ti­ve. A chi invece le spiegazioni a seguire dovessero pro­vo­ca­re  un certo fastidio, suggerirei di guardarsi dentro con il massimo impegno.

Un progetto come l´SSP, se lo si dà per se­rio, po­treb­be non far capo ad un sin­go­lo uomo di sci­en­za, quan­to ad uno schie­ra­men­to di ener­gie-en­ti­tà con una loro fi­na­li­tà: è evi­den­te che non stia­mo as­si­sten­do ad un lan­cio pub­bli­ci­ta­rio, ma sia­mo chia­ma­ti a par­te­ci­pa­re ad una pre­sa di posizione “scien­ti­fi­ca” non meno pe­ri­co­lo­sa di un or­di­gno letale.

Ri­as­su­men­do la mia vi­sio­ne, se fino ad oggi po­te­va trat­tar­si di un pla­u­si­bi­le ri­lan­cio al fu­tu­ro da par­te di una Fon­da­zio­ne ric­ca di co­no­scen­ze pre­zio­se - dun­que da so­ste­ne­re, pre­vio l'im­man­ca­bi­le scar­di­namento di uno sta­to di ma­lat­tia del­la so­cie­tà uma­na pre­an­nun­cia­to dai tem­pi - ecco in­ve­ce il "pas­so fal­so", a tra­di­re un di­se­gno de­pre­ca­bi­le, all´in­se­gna di un ul­ti­ma­tum alle na­zio­ni. Il gio­co si sco­pre, con l'ul­ti­mo, tra­vol­gen­te ri­lan­cio; e non è certo un caso che si presenti allo scadere di termini ben noti.

quel che tut­ti do­vreb­be­ro sa­pe­re

La pre­sun­zio­ne del po­ter cre­a­re al­tri es­se­ri fu al­l'ori­gi­ne di que­sto sfa­ce­lo:
fu essa L'ER­RO­RE - per chi non lo sa, e cioè qua­si tut­ti - alla base del­la na­sci­ta for­za­ta del­l'Uni­ver­so che abi­tia­mo, qua­le uni­ca, vera e pro­pria strut­tu­ra di ri­sa­na­men­to.
La si pren­da come si vu­o­le, ma è il mo­men­to di co­mu­ni­car­lo, sen­za pe­ri­fra­si, co­sic­ché ognu­no pos­sa trar­ne o correlarvi le sue de­du­zio­ni. Che se an­che la no­ti­zia in sé fos­se ri­te­nu­ta non cre­di­bi­le, nel­la so­stan­za il pro­ble­ma non muta, vi­sto che ci si vuol so­sti­tu­i­re tout co­urt nien­te­me­no che al Pa­dre Eter­no.
Perciò tralascia per un attimo le tue resistenze (e i condizionamenti) ed accetta i po­stu­la­ti. Al termine collegherai i vari lati del poligono e deciderai sulla sua consistenza.

La Ter­ra in que­sto fran­gen­te ri-ve­ste un ruo­lo galattico di pri­mo pia­no e non a caso echeg­gia tale epico sce­na­rio, a quan­to in­trav­vedo, no­no­stan­te il li­vel­lo me­dio-bas­so che oc­cu­pa attualmente nel­la strut­tu­ra uni­ver­sa (di que­sta ho for­ni­to indicazioni a se­gui­to di una cu­rio­sa do­man­da in­ter­ve­nu­ta pro­prio pres­so il fo­rum del­la Kf, guar­da caso su­bi­to dopo che Keshe stes­so ha ri­fiu­ta­to di ri­spon­de­re e pub­bli­ca­re la mia ri­chie­sta di come la pen­sa­va sul­la pre­sun­ta for­ma to­ro­i­da­le dell'universo; due post sono sta­ti pub­bli­ca­ti, il ter­zo no, ben­ché ri­spon­desse ai sa­lu­ti di chi mi rin­gra­ziava di­ret­ta­men­te).

L'in­gan­no quin­di è estre­ma­men­te sot­ti­le ed in­si­dio­so, mol­to dif­fi­ci­le da ag­gi­ra­re, per­si­no da in­trav­vede­re per tem­po e non è det­to che il suo por­ta­to­re ne sia con­sa­pe­vo­le.
Di cer­to egli non mo­stra di di­spor­re di suf­fi­cen­ti co­gni­zio­ni eso­te­ri­che, men­tre nel­la sua con­ce­zio­ne è evi­den­te­mente tra­i­na­to e a sua volta permeato dal­l'im­pie­go di me­to­do­lo­gie scien­ti­fi­che stru­men­ta­li, ben­ché si sia av­vi­ci­na­to al "su­o­no" puro.

Basterebbe la pretesa di aver aperto agli umani la conoscenza della vita-materia fino alla fine dei tempi, o dal loro inizio, che in fondo è la stessa cosa; relegando alla di­men­sio­ne umana e contingente la cognizione di sfere ben più elevate, se non ancora eccelse, ed ignorando che la realtà che noi possiamo esplorare è e sarà sempre ridotta al no­stro status quo, ovverosia al piano evolutivo che ci accoglie e per il quale siamo configurati - assunto ingenuamente come unità di riferimento cosmico - e non potrà accedere a quel­li superiori in alcun modo scientifico e fisico o strumentale, ma solo in­ter­di­men­sio­na­le da parte di quegli individui il cui grado di evoluzione sia più avanzato dell´u­ma­no; o evolvendo noi stessi fino a trasformare la nostra condizione.
Pertanto non potremo sviluppare concezioni in grado di oltrepassare in toto i limiti che riguardano la complessione terrena, che ha raggiunto sì e no un terzo del percorso di rientro nell´equilibrio (ma non illudiamoci, riferisco di una progressione esponenziale).

Evidentemente il sentirsi uomini stabilizza il pensiero su frequenze vieppiù locali; ma una visuale che riduca ai suoi orizzonti il portale della conoscenza non può che mentire, in buona o cattiva fede; certi segreti sono già cosa di tutti i giorni per dei nostri fratelli nello spazio, eppure essi stessi debbono evolvere e scoprire dell'altro; dice niente?

Keshe ci indicherebbe così i confini del tutto: il più basso, l´annientamento; il più alto, il know-how della creazione e la formazione della vita. Come tali, non possono che essere falsi entrambi. Se l´annientamento definitivo fosse possibile, questo universo non esi­ste­reb­be; poiché l´errore che egli scongiura dando per scontato che non avrà senso né luogo, è già stato commesso in passato, a livelli ben superiori a quello terreno, con il po­te­nziale in ipotesi di an­nien­ta­re tutto quanto popola invece l´attuale universo, volto per conseguenza alla ri­com­po­si­zione integrale.
Nulla potrà sottrarsi, così come niente e nessuna entità, per quanto luminosa, potrà abbandonare quest´ambito destinato, prima del ripristino della totale guarigione.
Qualunque ulteriore distruzione dovesse aver luogo, non avrebbe altro effetto che pre­ci­pi­ta­re nuovamente miriadi di frammenti energetici di esseri polverizzati - noi stessi - negli spire inferiori del conoide cosmico, per riabilitarne il reintegro, nel per­cor­so ob­bli­ga­to di inenarrabili sofferenze. Non è un inferno eterno, frutto di una fantasia alterata; ma la lunga fatica del riscatto la stiamo essenzialmente consumando.
Di questo certamente tutti dovremmo tener conto; ma lo faremo?

Non ha molto senso del resto privilegiare una creazione e formazione della vita cul­mi­nan­ti ed incentrate nella configurazione dell´uomo e del piano in cui compie la sua espe­rien­za, spiegata la quale avremmo capito tutto e raggiunto il presunto controllo della realtà. L´essere umano, troppo abituato a se stesso, sarebbe ancora troppo stupido per una simile gestione, anche solo in casa propria; infatti lo è abbastanza da ritenerla pos­si­bi­le ed inseguirla in questi termini esclusivi.

Mi au­gu­ro che que­ste pa­ro­le pos­sa­no in­durre più o meno di­ret­ta­men­te l´uomo di scien­za - in sin­to­nia con quel­le ele­va­te che egli non le­si­na - a far­gli ri­ve­de­re al­cu­ni dei suoi pun­ti di vi­sta.

Co­mun­que vada, te­ne­re con­to di tali ri­svol­ti è di fon­da­men­ta­le im­por­tan­za.

sul­la vita nel­la ma­te­ria

Per me­glio com­ple­ta­re il qua­dro, chi non è ad­den­tro “alle se­gre­te cose” do­vrà com­pie­re lo sfor­zo di com­pren­de­re che tut­ta la ma­te­ria rap­pre­sen­ta in pra­ti­ca la pro­ie­zio­ne del no­stro cam­po ener­ge­ti­co pri­ma­rio di es­se­ri spi­ri­tua­li in uno sta­to di ral­len­ta­men­to; un'espe­rien­za tran­si­to­ria fun­zio­na­le cir­co­scrit­ta da un ini­zio ed una fine, ma che per suo ca­rat­te­re in­trin­se­co ten­de ad im­por­si come sta­bi­le e per­ma­nen­te.

In re­al­tà, va­ria con l'in­ce­de­re del pro­ces­so evo­lu­ti­vo che si ma­ni­fe­sta in una pro­gres­sio­ne a vari stra­ti, sem­pre più ac­ce­le­ra­ti a li­vel­lo vi­bra­to­rio e che per­tan­to non ve­dia­mo; dove quin­di la ma­te­ria­li­tà ri­sul­ta di più in più ra­re­fat­ta, per cul­mi­na­re con il ri­pri­sti­no del­lo Spi­ri­to li­be­ro, puro e splen­den­te, che della materia non ha più alcun bisogno.

Ne de­ri­va tra l´al­tro che l'im­mor­ta­li­tà con­ce­pi­ta in loco sia un fal­so mi­rag­gio, un al­tro spec­chiet­to per le al­lo­do­le.
Ogni es­se­re è già im­mor­ta­le ab ae­ter­no, ma non ha cer­to sen­so che lo sia in un cor­po fi­si­co, così come nes­su­no si so­gnerebbe di iden­ti­fi­car­si con i ve­sti­ti che in­dos­sa di vol­ta in vol­ta, an­che se que­sti lo con­no­tano in di­ver­se fasi e cir­co­stan­ze.

Al tem­po stes­so ogni par­ti­cel­la uni­ta­ria è in­di­strut­ti­bi­le e non po­trà mai es­se­re an­nien­ta­ta; l´im­ma­gi­ne con­tra­ria, come ho fat­to no­ta­re fin dal blog, è per­ni­cio­samente stru­men­ta­liz­zata, pro­prio per­ché com­pa­re in una chia­ve dall´ap­pa­ren­za sal­vi­fi­ca.
Si trat­ta nei fat­ti di un po­ten­zia­le sug­ge­ri­men­to che chiun­que è in gra­do di rac­co­glie­re e far pro­prio, tran­ne poi usar­lo per come la vede. Non ci tro­via­mo for­se di fron­te a gen­te che si su­i­ci­da? e se­con­do te che leg­gi, la loro di­spe­ra­zio­ne viene frenata dal timore dell´auto an­nul­la­men­to? ag­giun­giamo i ter­ro­ri­sti-ka­mi­ka­ze?
Ogni in­di­vi­duo giun­to agli estre­mi, può re­a­gi­re in modo da so­spen­de­re il giu­di­zio e sor­pren­de­re gli al­tri; e que­sta è la sola cer­tez­za che ab­bia­mo; per esperienza.
Per­tan­to le con­si­de­ra­zio­ni fi­lo­so­fi­che di M TKeshe non sono che let­te­ra­tu­ra, qua­si pro­sa­iche, stan­ti dei ter­mi­ni che ri­pon­go­no tan­ta di­sin­vol­ta fi­du­cia nel soste­ne­re che tut­ti, ma pro­prio tut­ti in un mon­do in con­flit­to, al momento decisivo in cui si gioca il tutto per tutto, la pen­si­no come lui.
Nem­me­no una mo­de­sta cam­pa­gna elet­to­ra­le pun­terebbe sull´esi­to con­vin­cen­te di si­mi­li as­sun­ti; ma che pro­prio ora la gen­te smetta di lasciarsi distrarre?
Vo­glia­mo tenta­re  il tuo di pen­sie­ro, simulan­do un caso forte­men­te cri­ti­co? non pen­se­resti ad es. "se lo di­strug­go per pri­mo. dopo lui non po­trà di­strug­ge­re me"? è solo un ba­na­le esem­pio, ma vale quan­to le sup­po­si­zio­ni di Keshe. Quan­to più ci si im­be­stia­li­sce, tan­to più si di­ven­ta stu­pidi e in­co­scien­ti, fino ed ol­tre il sa­cri­fi­cio. E poi ancora:

Tornando a con­clu­de­re sul­ tema im­mor­ta­li­tà, chi pre­fe­ri­sce cre­de­re alla “re­sur­re­zio­ne del­la car­ne, la vita eter­na, amen”, avrà co­mun­que modo [dif­fe­ri­to] di fare le sue ve­ri­fi­che; ben­ché io sten­ti a com­pren­de­re come si pos­sa pri­vi­le­gia­re a priori un cor­po idio­ta per l´e­ter­ni­tà (pre­co­niz­za­to da una pro­mes­sa-dog­ma in­fon­da­ta e non di­mo­stra­bi­le) ri­spet­to alla con­scia ri­con­qui­sta del­la scon­fi­na­ta li­ber­tà di spe­ri­men­ta­re e co­no­sce­re (che mol­ti in­di­vi­dui han­no svi­lup­pato at­ti­va­men­te, e ne han­no da­to prova), di­la­tan­do il pro­prio es­se­re di luce fino agli estre­mi del Tut­to.

L'esi­sten­za ma­te­ria­le in bu­o­na so­stan­za è sta­ta isti­tu­i­ta per con­sen­ti­re di ri­pa­ra­re pre­ce­den­ti [no­stri] er­ro­ri, ren­den­do più sop­por­ta­bi­li in un cam­po di di­lu­i­zio­ne dell´intensità vi­bra­zio­na­le (in virtù della massima densità) cer­te espe­rien­ze estre­ma­men­te do­lo­ro­se o di­strut­ti­ve; ma non de­li­mi­ta af­fat­to i con­fi­ni del no­stro es­se­re né, come de­nun­cia la sua ca­du­ci­tà e di­ver­si­fi­ca­zio­ne, è par­te in­te­gran­te del pro­get­to pri­mo del­la Cre­a­zio­ne (che ap­par­tie­ne solo alla †FON­TE†, o il Sen­zanome) e che è ester­no al no­stro uni­ver­so finito.

cre­de­re o non cre­de­re, que­sto è il pro­ble­ma

Beh, si po­trà es­se­re più o meno [pre-]di­spo­sti ad ac­cet­ta­re que­sti enun­cia­ti, dei qua­li ognu­no po­trà ve­ro­si­mil­men­te fare l´uso mi­gliore, se­con­do il trat­to di stra­da che sta per­cor­ren­do; ma chiun­que do­vreb­be ren­der­si con­to che da sem­pre c'è chi è in­te­res­sa­to a che tut­to que­sto non si sap­pia, non lo si comprenda o non lo si ac­cet­ti, giac­ché una vol­ta re­ci­sa la ra­di­ce del­la li­ber­tà e dell´e­vo­lu­zio­ne, è fa­ci­le con­di­zio­na­re e far sud­di­ti, anche in forma fidente, al pro­prio po­te­re.

Se da un lato tro­via­mo una pre­sun­zio­ne me­to­do­lo­gi­ca il­lu­mi­ni­sta, pron­ta a ne­ga­re ogni ipo­te­si che pos­sa con­tra­ria­re il suo per­ver­so mec­ca­ni­ci­smo, dall´al­tro vi è cer­ta re­li­gio­ne, che di­fen­de i pro­pri dog­mi come ca­pi­sal­di del­la fede; di­men­ti­can­do e co­strin­gen­do a scor­da­re che la fede può es­se­re solo un pon­te in­ti­mo ver­so la Gra­zia che non sa­prem­mo rag­giun­ge­re di­ver­sa­men­te, ma non for­ma­le, re­to­ri­co e sot­to­mes­so a un diktat o con­vin­ci­men­to giun­to dall´e­ster­no (nel qual caso si trat­ta di sem­pli­ce co­in­vol­gi­men­to dot­tri­na­le, ov­ve­ro­sia l´e­sat­to con­tra­rio di quel che do­vreb­be).

Avere fede è un po' come ama­re: non pre­ve­de scrit­tu­re, ac­cor­di, re­go­le tran­ne una: non richie­de­re nien­te in cam­bio.
Non oc­corre dun­que una di­vi­sa per co­mu­ni­ca­re con l´Al­tis­si­mo, po­i­ché Egli già ri­sie­de in cia­scun es­se­re vi­ven­te; ed è giunto il mo­men­to di so­sti­tu­i­re tut­te le for­mu­la­zio­ni tra­di­zio­na­li, che ci han­no ac­com­pa­gna­to per se­co­li - ma anche il loro rigetto - con una co­scien­za uni­vo­ca in­con­di­zio­na­ta, un pon­te re­spon­sa­bi­le ed ef­fet­ti­vo tra Se stes­si ed il Tut­to, tale dun­que, da non po­ter pre­scin­de­re dal­la re­al­tà in­vi­si­bi­le ed in­di­vi­si­bi­le che ci anima.

Pro­se­li­ti­smo e se­co­la­ri con­ver­sio­ni sono sta­te i pre­cur­so­ri del­le mo­der­ne cam­pa­gne per ac­qui­si­re seguaci (cli­en­ti) e po­te­re, e for­se con le loro stra­gi spes­so oc­cul­ta­te alla sto­ria di etnie ben più religiose dei promotori, han­no col­le­zio­na­to più mor­ti che nuovi fe­de­li.

Sia det­to per sot­to­li­ne­a­re che, pur non aspi­ran­do al be­ne­sta­re del­la scien­za, che su que­sto ter­re­no ar­ri­ve­rà sem­pre ul­ti­ma, dati i mez­zi li­mi­ta­ti di cui di­spo­ne - e que­sto to­pi­co lo di­mo­stra a mag­gior ra­gio­ne - ci guar­diamo bene dal pro­pu­gna­re idee di cul­to, di cre­do, di qualsivoglia re­li­gio­ne (pur rispettando le pochissime forme che lo meritano).
Del pari, neppure interessi di mercato o finalità di avanzamento personali.
Ho faticosamente deciso di passarvi informazioni e nozioni che possiedo da decenni e che per lo più non potreste reperire, né disporne nel tempo attuale ed utile.
Lascio ad altri gli effetti video; non debbo suggestionare né convincere.
Ognuno sceglierà se avvalersene o non, se recepirle come fondate e far­le ri­su­o­na­re a sua volta, o lasciarle dove stanno

Quel­le espo­ste sono ar­go­men­ta­zio­ni og­get­ti­ve; clas­si­fi­ca­bi­li a pia­ce­re, ma non frut­to di te­o­rie new-age e si­mi­li, es­sen­do le par­ti più sco­no­sciu­te, su que­sto pia­ne­ta, sta­te ri­por­ta­te ad un grup­po di la­vo­ro ne­gli anni '70 come in­for­ma­zio­ni li­ne­a­ri e tec­ni­che pa­ral­le­le al no­stro sta­tus (all´e­po­ca, per la cro­na­ca, pos­so af­fer­ma­re che aspet­ti di ciò che si sta­ ve­ri­fi­cando furo­no pre­mes­si, an­che se l´in­te­res­se del mo­men­to era fuor di focale…).
Chi sarà in gra­do di in­ter­pel­la­re la pro­pria sfe­ra in­tro­spet­ti­va, po­trà ot­te­ne­re ri­spo­sta sul­la loro co­ng­ruen­za ed at­ten­di­bi­li­tà. Di più non si può fare.

Par­ti di tali no­zio­ni, già ac­ces­si­bi­li a mol­ti uma­ni e ve­ri­fi­ca­te nel­le espe­rien­ze di al­cu­ni, sono an­co­ra del tut­to igno­te a trop­pi al­tri; mentre oggi è più che mai es­sen­zia­le ren­der­si con­to, almeno a grandi linee di qua­li sia­no le ri­spo­ste ba­si­la­ri a do­man­de come:
“da dove ve­nia­mo”, “ver­so dove sia­mo di­ret­ti”, per il sem­pli­ce fat­to che si impon­go­no pro­fon­de scel­te e di­re­zio­ni da im­boc­ca­re, in fun­zio­ne di un tra­git­to che non può ri­ma­ne­re an­co­ra abbuia­to, soprattutto in vista di un “mutare il destino dell´Umanità”.
Direi anzi che per questo è bene che tali informazioni sia­no in­di­pen­den­ti dall´a­de­ri­re ad una qualsivoglia scu­o­la o dot­tri­na, onde poterle vagliare da sé, con il più lucido distacco.
La verità non è un monopolio, né è opinabile. È, ed è tutto! e risiede dentro di noi, anche se non po­tre­mo scor­gerne che dei frammenti, di volta in volta più palesi.

Se il non essere a conoscenza di tali aspetti della realtà che ci avvolge, potrà avere una re­la­ti­va in­ci­den­za su ogni sin­go­lo soggetto nei tem­pi che ver­ran­no, il di­sco­no­scerli o il non te­ner­ne con­to non ap­pli­can­doli, da par­te di chi si ac­cin­ge a gui­da­re i suoi si­mi­li in qual­che modo so­sti­tu­en­dosi ad ogni al­tro, è un atto di estre­ma ir­re­spon­sa­bi­li­tà e gra­vi­tà, da pre­ve­ni­re con ogni mezzo.
A mag­gior ra­gio­ne, per­ché potrebbe esservi dietro le quinte, come cerco di ac­cla­ra­re, chi ne sta in­ten­tan­do il di­rot­ta­men­to in una mo­da­li­tà rin­no­va­ta, al pas­so con i tem­pi.
I vec­chi me­to­di or­mai sono noti e non più all´al­tez­za di un rigenerarsi epo­ca­le.
Crolleranno, nonostante i danni già fatti, probabilmente facendo capo ad altre fonti; ma chi riuscisse ad istituire un lo­co­mo­to­re nel quale in­se­diarsi in un modo o nell´al­tro - un genere alterno di NWO, più sofisticato ed imperscrutabile, datasi una veste luminosa - po­trebbe condur­re un suo tre­no come vu­o­le e nes­sun va­go­ne lo im­pe­direbbe.

Per­ciò, se mi hai se­gui­to fin qua, ti in­vi­to a ri­leg­ge­re con cal­ma e a me­di­ta­re su ciò che avrai com­pre­so, po­i­ché una scor­sa (come si usa oggi) non può ba­sta­re. Non mi aspet­to cer­to che tut­ti con­cor­dino; anzi sa­ran­no ben po­chi a te­ner­ne il giusto con­to - non fos­se al­tro per­ché i mi­rag­gi at­trag­go­no as­sai più del sa­cri­fi­cio - ma a quei po­chi era do­vu­to.
Si av­vi­ci­na sem­pre più il mo­men­to in cui cia­scu­no ver­rà chia­ma­to al tri­bu­na­le di se stes­so, come im­pu­ta­to e come giu­di­ce: e se­gne­rà il suo vero de­sti­no la sen­ten­za che si sarà dato.

Ca­ris­si­mi tut­ti, non ci si in­car­na per "go­der­si la vita", ma per as­sol­verne la fi­na­li­tà rie­qui­li­branti e li­be­rarci da un far­del­lo in­sop­por­ta­bi­le; il che non im­pe­di­rà di vi­ve­re me­glio a chi sa­prà ef­fet­tua­re giu­ste scel­te sul suo cam­mi­no. Ciò non pre­clu­de la mol­la ine­sa­u­ri­bi­le del pia­ce­re di vi­ve­re, pro­pel­len­te in­di­spen­sa­bi­le al fa­ti­co­so in­ce­de­re dei giu­sti; ma in­se­gna che tale gu­sto, sor­gi­vo e na­tu­ra­le nel­la sua ge­nu­i­ni­tà, non do­vreb­be mai tra­dur­si in ar­ti­fi­cio, che por­ta drit­to alla sete di do­mi­nio, con dei ri­sul­ta­ti di cui la sto­ria ri­bol­le.
Mi sia consentito rammentarlo, in un periodo di tanto rigore.

Ac­qui­si­to sen­za trop­pe re­mo­re tut­to questo (che già sa­pe­vamo poco pri­ma di na­sce­re -come ogni vol­ta- ma che sù­bi­to dopo ab­bia­mo pun­tual­men­te scor­da­to), mol­te cose ac­qui­sta­no un sen­so cre­a­ti­vo ed al­tre si ren­do­no com­pren­si­bili ed ac­cet­ta­bi­li.
“La vita, ami­co” di­ce­va il po­e­ta-cantautore Vi­nicius De Moraes, “è l´arte dell´in­con­tro”; non di rado di scon­tro, ma pur sem­pre un´o­smo­si per com­pen­sa­re con­flit­ti e ge­ne­ra­re si­nergie, fino al ri­pri­sti­no dell´ar­mo­nia fi­na­le, o per me­glio dire ini­zia­le,

Tutta la gran­dio­si­tà del cre­a­to alla quale pos­sia­mo inoltra­re lo sguardo non è che un ve­la­to ri­fles­so di quel che ci sia­mo la­scia­ti alle spal­le, che sempre ci at­ten­de ed al qua­le ri­tor­ne­re­mo. Que­sto bi­so­gnerebbe com­pren­de­re e re­spi­ra­re; ogni reiterato ten­ta­ti­vo di pos­ses­so a partire dall´ego ha il guinzaglio corto.

Troverai considerazioni preliminari ed introduttive a questa problematica ai capitoli:

(alla fine della pagina generale).

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