| Un evento non isolato di Magnitudo 5.17,
con la spaventosa eruzione vulcanica;
infine il Vesuvio nel 1944
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Eruzione del Vesuvio e terremoto a Napoli,
Mercoledì, 17 Dicembre 1631 (M:5.17)
È il giorno della sua ricorrenza quello in cui redigo questo articolo: un´iniziativa dell´INGV comunica e diffonde per la prima volta la traduzione dal latino di una relazione in missiva indirizzata al Vescovo cinquanta giorni dopo l´evento, rimasta celata per quasi quattro secoli tra gli scaffali dell'osservatorio vesuviano… per emergere solo nel 2011.
In esso un Patrizio Napoletano descrive con dovizia di particolari la spaventosa sequenza distruttiva, che ha colto uomini e cose ed interi villaggi in tutto il Napoletano, devastando in misura ancora maggiore dell'eruzione storica che bruciò Ercolano e Pompei.
Riprenderò qua i dettagli cronologici utili a ricostruire la situazione astrale, protrattasi per almeno due giorni, il secondo dei quali fu il più catastrofico ed evidentemente emblematico. Non mi riferisco solo al Fattore 11, presso la cui pagina ho raccolto le relative sorprendenti considerazioni, ma anche alla notazione del “Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani” (CPTI04), che attribuisce d´ufficio la data 17/12 al sisma principale, pur non avendone potuto stabilire l´orario, solo oggi desumibile dal racconto con la più accurata cronistoria.
“il 16 dicembre 1631, montò un'immensa nuvola di fumo nero e caliginoso che nascose improvvisamente la luce del giorno.”
è la prima traccia: ci informa che era giorno ed aggiunge: “ era stata preceduta durante la notte da due violenti terremoti: uno verso le ore cinque, l'altro verso la dodicesima”.
Non saprei come interpretare con certezza "la dodicesima”, dovendosi collocare tra le ore notturne ma essendo citata dopo quella delle cinque. È probabile che nello scrivere espressamente al Vescovo, l´autore riferisse in modo canonico l´ora così definita tra quelle della Passione di Gesù, nel corso della Via Crucis: in tal caso dovrebbe trattarsi dell´ora tra le 4 e le 5, concettualmente compatibile ma pur sempre citata dopo.
Esaminando lo status celeste dei vari momenti, si può ammettere un riferimento a ritroso nella descrizione, come per dare più importanza al sisma delle 5 in cui l´assetto astrale è più netto e drastico (vedi sequenza PDF citata più avanti); ma converrà prima aver preso atto delle componenti generali.
Tre sono le dominanti che accompagneranno tutti due i giorni:
- in primis, il Quadrato Sole-Urano, che culminerà il giorno 17.
- in secundis, l´Opposizione Saturno-Plutone_R/, con lo scarto di un grado, ma stabile e potente.
- il Sesquiquadrato Marte-Giove.
A queste si aggiungeranno gli Aspetti di Luna, soprattutto nel suo congiungersi ad Urano e potenziandone la Quadratura al Sole; nonché l´assetto che le parti locali (quattro angoli ed ESL) assumeranno di ora in ora, validando i picchi più pericolosi e/o alimentando formazioni di per sé fuori tolleranza, ma che il combinarsi a ciascuno di tali fattori sensibili e mobili può riattivare.
Ad es. alle 4:04 vediamo il Medio Cielo in prossimità di Marte, collegare quest´ultimo al suo doppio Quadrato verso Saturno e Plutone.
Nel contempo la linea dell´Ascendente ( orizzonte ) raggiunge il Nodo Lunare (4:10).
Un successivo passaggio di elevata criticità si sviluppa tra le 4:40 e le 5:00, quando è l´asse Saturno-Plutone a collimare con l´orizzonte, con progressiva Quadratura dell´ESL, che alle 4:49 lo incrocia, perfettamente opposta a Marte e dunque in Semiquadrato a Giove: un´altra sequenza in questo caso di sicuro effetto.
Subito dopo concorre l´Ascendente, portandosi al Sesquiquadrato di Giove e chiudendo il triangolo con il Quadrato a Marte e siamo alle ore 5: sono relazioni concomitanti, che vedono le varie forze sommarsi, adottando una tolleranza lievemente maggiore di quella consentita dai miei diagrammi attuali.
Tali dati quindi rispondono a sufficenza ad entrambe le citazioni.
“… tutta questa giornata, tuttavia” trascorse, nella prima fase caotica in cui “il Vesuvio non ha preso nessuno a tradimento[,] si accontentò di minacciare senza colpire”; ma con l’inizio della notte il “fumo si trasformò in lapilli e sibilanti fiamme; … e ai numerosi boati si scuoteva il suolo, che frequentemente tremava, a tal punto che i tetti della città di Napoli sembravano crollare piuttosto che oscillare”. ... con quel Plutone al Medio Cielo (è anche il tetto, verticale) e Marte all´Ascendente (il suolo, orizzonte) c´era sì di che “morire quasi di paura. Questo fumo si trasformò in lapilli e sibilanti fiamme…”.
Quasi al solstizio d´inverno, il sole cala presto, le giornate si abbreviano al massimo e le 21:44 potevano già viversi come “l´inizio della notte”, tanto più in un´era in cui la vita diurna ben si distingueva da quella notturna.
È qua che localizzo il momento cruciale.
Plutone e Marte sono il fuoco; il primo anche il vulcanismo in tutta la sua possanza e domina al culmine del meridiano “con i suoi boati”. Giove a 135° da Marte è in VIII e l´ESL è congiunta a Saturno sul Fondo Cielo (superfluo ribadirlo?) in Opposizione a Plutone e Quadrato a Marte, dallo stesso regno infernale di entrambi: lo Scorpione, stagione dell´acqua che brucia. Quanto allo scuotersi del suolo, si perfeziona il Quadrato di Sole ad Urano, associato a Saturno (terra) e portatore del terremoto, ovverosia dello scatto letale che colpirà il vulcano stesso, al secondo giorno ed alla luce del sole, o quel che ne rimase; “una spessa nuvola di cenere velava il sole e faceva un’orribile tenebra; ma verso le ore quattro del giorno il Vesuvio, dalle squarciate cavità sotterranee, fatta più larga l’antica voragine, sembrò vomitare tutte le sue viscere, a tal punto che, le città e i borghi enumerati prima, furono seppelliti fino alla cima dei tetti…”.
Avverrà al sopraggiungere del Sole sulla linea dell´orizzonte, allorché Urano agirà dal basso dell´emisfero notturno, con una duplice Quadratura al Sole ed all´Ascendente, tra le 16 e le 16:30. Dalle 16:17 infatti la volta celeste sul luogo è afflitta da una terribile formazione che vede l´ESL questa volta congiunta a Giove opposta alla Luna (n.b.: prima lo era con Saturno), mentre in simmetria all´asse Saturno-Plutone si è delineata la secca Opposizione Marte-Medio Cielo; un Marte già male aspettato da Luna e Giove; un insieme evidentemente insostenibile.
Lo si vede bene nella sequenza riprodotta in PDF, mentre qua ho riportato il cielo delle 4:05 [pomeridiane ovviamente] a sua volta indicativo, poiché è Saturno ad attaccare in Quadrato il Medio Cielo.
Sono le fasi più accese e più probanti, benché tutta la fascia oraria presenti accavallamenti continui, che si riversano percuotendo lo scenario come una bufera.
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Il punto di vista eliocentrico
La variante forse più significativa, non può che rafforzare la situazione già esaminata:
l´Opposizione Saturno-Plutone - che non muta se non per lo slittare di Saturno da 23°54 a 20°56, con Plutone leggermente più avanzato entro lo stesso grado - si avvale anche della Congiunzione di Mercurio a Saturno a 19°25, un apporto che conferisce tono di maggiore presenza ed attualità a questo dipolo da transito lento e forte; in un certo senso è come dire che la lancetta dei minuti, o di una rapida scansione, collima con quella delle ore più lontane; e la evidenzia.
Un dipolo destinato a protrarre la sua influenza basilare per molto tempo, come si evince dal resoconto del Nostro, che il 4 Gennaio 1632 concludeva il suo resoconto con le parole:
“Ora che sono trascorsi cinquanta giorni, né ha cessato di esalare fumo, né talvolta ceneri, o ogni tanto di scuotere la terra.”,
Se infatti dal punto di vista geocentrico la stretta si allenterà progressivamente, per la maggiore elongazione di Saturno dal grado di Opposizione, sul piano eliocentrico proseguirà intensificandosi fino al culmine il 24 di Febbraio, oltre la data dello scritto che dà testimonianza dei suoi effetti permanenti.
Ciò attesta una volta di più l´importanza capitale e determinante degli influssi derivati dai pianeti lenti.
Primeggia anche per precisione il loro Biquintile con il sistema Terra-Luna, un rapporto angolare (144°) che prelude ad intensa trasformazione, con sacrificio di una delle parti, rilevato e rivelato dai miei studi del 1992.
Vanno altresì evidenziati:
un discreto Sestile collega i due suddetti ad Urano, a sua volta in forte Trigono a Plutone;
dal canto suo, Giove si trova in Quinconce (150°) ai due entro il grado di precisione.
Tutti argomenti di risonanza piuttosto forti.

Le accurate descrizioni nel documento ritrovato sembrano porre in discussione i contenuti di un articolo apparso su “la Repubblica” nel Giugno 2010, o per meglio dire l´esito di una ricerca condotta dallo stesso Osservatorio Vesuviano, che attribuisce “-contrariamente a quanto ritenuto fino a oggi dagli studiosi di tutto il mondo e raccontato dalle guide a milioni di turisti- ” (un´enfasi stridente, in un contesto scientifico d´avanguardia; ci si chiede se l´accostamento offenda più i turisti o gli studiosi) a cause insospettate quanto istantanee la morte dei Pompeiani al tempo di Tito Vespasiano,“ di cui” ribadisce il nobile Feltri, “Plinio il giovane e Dione Cassio fanno una scrupolosa descrizione.”
Alla luce del resoconto, emerso un anno dopo l´articolo citato, pare che per ben due giorni la gente si aggirasse con il corpo imbrattato di ceneri, in una fase di “ lapilli e sibilanti fiamme;” per restare infine sommersa da un mare di lava tale da ricoprire ogni cosa, al momento dell´eruzione decisiva:
“… le persone erano oppresse o soffocati dal denso fumo.
Scorreva un[´]alluvione, come si vide, di bituminoso torrente, che sembrava un incendio in un fiume
d’acqua, inghiottendo, bruciando tutto nel suo passaggio, travi, tegole, alberi, greggi e animali
domestici. Si vedevano uomini immersi nel fango…”
Chi avrebbe mai potuto osservare indenne un tale scenario, in condizioni del tutto simili a quelle oggetto della ricerca recente, se non più vaste e peggiori negli effetti? Chissà, forse siamo un popolo di “turisti”, con il destino di aggirarci tra una verità nascosta ed un´altra, in nome di una scienza che non fa che contraddirsi.
18 Dic, 2011
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Eruzione del Vesuvio di Venerdì, 24 Marzo 1944 Ancora l´INGV, non avrebbe potuto scegliere momento più affine, per risonanza planetaria o altro, nell´offrire al pubblico una nuova pregevole documentazione.
L´ebook dal titolo: “Testimonianze, ricordi e descrizioni dell’ultima eruzione del Vesuvio del marzo 1944” a cura dei ricercatori dell'INGV Aldo Marturano e Elena Cubellis, scaricabile gratuitamente.
Il perché di questa introduzione, è presto detto. La mail dell´8 Marzo: “vi comunico che da qualche giorno è on line…” segue un sofferto articolo preventivo, che ho aperto fin dal 29 Febbraio, per poi aggiornarne i contenuti con le purtroppo immancabili risposte della cronaca.
Proprio in quei giorni si prospettava una
formazione planetaria piuttosto rara, come ho spiegato in quel post, che mi ha indotto - stanti le pesanti manifestazioni noTav e quant´altro - ad anticipare raccomandazioni di prudenza in particolar modo alle donne, per i pericoli latenti che potevano correre… fino al giorno della loro festa ufficiale.
Ebbene, tracciato senza esitare il tema del 24 marzo 1944, la ritrovo nelle linee essenziali; e non è tutto, poiché non mi ero accorto che gli stessi diagrammi già presenti in questa pagina dedicata al 1631 già la contenevano. In altre parole, le due eruzioni presentano connotazioni fin troppo simili, sia come impianto di base che orientamento. E guardacaso, vengono riproposte nell´unico momento in cui una configurazione simile, ancor più rara e scandita, poiché coinvolge quattro elementi fissi (pianeti) anziché tre + uno mobile (il Medio Cielo), si presenta nel sistema solare.
Provate a scorre le centinaia di diagrammi presenti nella galleria e non ne troverete altre che comportino due allineamenti di Opposizioni raccordati da inclinazione di 45°. Nel caso di Marzo poi si aggiungono angolazioni funzionali di 135°, poiché le tolleranze variano di caso in caso a seconda delle velocità orbitali coinvolte; d'altra parte possiamo osservare nei due casi di eruzioni la conflittualità costante di Luna e Giove; nel primo con Marte, nell´altro con Nettuno (i due responsabili della recente emergenza meteorologica, pure recensita).
Ho fatto capo al pregevole, commovente resoconto della Signora Sforza Francesca per dedurre l´ora delle 9:10 sulla quale ho basato solo un primo schema di riferimento, poiché descrive l´evento come accennato alle 5 di mattina, determinatosi verso le 9 e continuato appunto per 5-6 ore.
La dominante resta dunque imperniata sul trittico Nettuno_R/-Luna&Sole-Giove_R/, ove la Luna, che si sposta circa 1° ogni due ore, si connette in anticipo per la sua maggiore tolleranza angolare e rimane attiva per ore, fino ed oltre alla sua congiunzione con il Sole; poiché qua siamo al novilunio e la duplice Opposizione di Nettuno, che al momento è bisettrice, si rivela cruciale.
Al Semiquadrato forte Giove-Nettuno, a quell´ora si unisce quello Sole&Luna-Medio Cielo, che parimenti slitterà dall´una all´altro mantenendo valido l´Aspetto di Semiquadrato per un tempo più che sufficente a far scattare la molla principale. La funzione del meridiano si conferma primaria in quanto uno dei due assi di Opposizione, straordinariamente in entrambi gli eventi.
Il Sesquiquadrato (135°) tra Giove ed i luminari a sua volta è accennato, ma è destinato a rafforzarsi fino a veder perfezionare anche la sua forza; lo stesso vale per il Medio Cielo in Aquario, anche se in questo quadro orario non appare, a causa dell´alta precisione angolare voluta da Nettuno.
In poche parole, tutto ciò ricalcherà quel temibile rettangolo, che ben si vede nella sua completezza il 3 Marzo 2012, nel primo grafico alla pagina sopra indicata - come pure cliccando la figura principale (2ª) del 1631 - e che si scioglierà gradualmente nei giorni seguenti, mantenendo in essere gli estremi più critici, come quelli rilevati per il 24 marzo 1944.
I tre schemi sono quindi perfettamente ravvisabili tra loro per le dominanti che il accomunano.

Non poteva mancare la visione eliocentrica, che si rivela non meno drastica e significativa: essa presenta la stessa secca contrapposizione di un pianeta da un lato dell´eclittica contro un gruppo di altri, in questo caso nientemeno che Nodo Lunare-Marte e Plutone (fuoco, eruzione, esplosione), tale quale ha caratterizzato alcuni dei peggiori eventi commentati nel sito.
Unico palliativo è che Venere non riveste carattere aggressivo, cosa alla quale pensano gli altri due citati; ma nel tema geocentrico governa il settore di Bilancia che ospita Nettuno quasi al fondo del cielo (massa magmatica, sommovimento) ossia sotto la superfice terrestre rappresentata dalla linea dell´orizzonte; perciò se i due punti di vista comunicano - e non vedo perché non dovrebbero - mette in circolo alla sua volta un certo genere di pressione.
8 Mar, 2012
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